Goran Pandev è tornato. E ha ripreso dal punto stesso in cui aveva lasciato. Sì, magari le gambe non vanno ancora a mille e la forma non è quella dei giorni migliori, però il re macedone ha ripreso a coniugare il verbo prediletto: decidere. Sì, a Siena è stato decisivo: è lui ad aver dato la scossa; è lui ad aver conquistato il rigore che ha chiuso la partita. Un’ottima fine d’anno. In attesa che l’inizio del nuovo sia ancora migliore.
TALISMANO – E allora, dopo il buon impatto con il Bologna in campionato, nonostante la sconfitta, la conferma con i bianconeri: entra Pandev e il Napoli ha come una vibrazione che, per fortuna sua e della squadra, al Franchi ha portato anche la vittoria nell’assalto finale. Evidentemente il feeling con il mondo-Siena, squadra e città, non è finito: è proprio in quello stadio che, il 16 maggio 2010, conquistò con l’Inter lo scudetto, mettendo in fila il secondo pezzo del mosaico Triplete dopo la Coppa Italia e prima della Champions. Un talismano.
L’INFORTUNIO – Un calciatore importante, invece, è quello che il popolo azzurro ha conosciuto all’alba di questa stagione: in campo con la Juve a Pechino, diede spettacolo fino all’espulsione. E poi ancora nelle prime giornate di campionato. Salvo poi arrendersi, gradualmente, alla caviglia sinistra: un problema datato, ahilui, che s’è risvegliato e pian piano lo ha tormentato fino a spezzargli le ali. A Marassi: con il Genoa, Pandev chiede il cambio e va al tappeto dopo aver stretto i denti come mai nelle settimane precedenti. Un infortunio che l’ha condizionato oltremodo, costringendolo a saltare le sfide con Milan, Cagliari e Pescara, e che oltremodo ha pesato sul rendimento complessivo del Napoli: seppur in un’altra maniera, del tutto casuale e involontaria, Goran è risultato ancora decisivo.
IL PILASTRO – Del resto quando alla fine della stagione precedente Mazzarri s’è seduto al tavolo delle trattative con De Laurentiis, la sua prima richiesta è stata: “Pandev”. Il primo acquisto, definito tra l’altro la base del nuovo Napoli. Del dopo-Lavezzi. Un pilastro imprescindibile, secondo i piani dell’allenatore azzurro, che insieme con Hamsik, Cavani e Insigne avrebbe dovuto colmare il vuoto lasciato dall’assenza del Pocho, e magari garantire anche il definitivo salto di qualità dall’alto della sua classe. Perché sia chiaro: d’accordo le problematiche fisiche e un rendimento ancora non ottimale, ma Pandev è pur sempre un fuoriclasse.
VITA NUOVA – Meglio richiamare un vecchio adagio allora: anno nuovo, vita nuova. Sarà banale, forse, ma vale l’auspicio migliore per l’attaccante macedone: il 2013, dopo un po’ di rigeneranti vacanze a casa con la famiglia, dovrà essere il suo anno. Sì, il Napoli s’aspetta tanto, tantissimo dal mancino dal genio sregolato: il suo recupero pieno è una delle chiavi per la corsa alla Champions, l’obiettivo ormai dichiarato alla luce delle ultime vicende calcistiche ed extra che hanno bruciato inesorabilmente i sogni di grande gloria. Missione possibile, comunque, Decisamente alla portata degli azzurri. Soprattutto con un Pandev in più.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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