Un Rossi tra gli azzurri. Un Rossi che piace da matti e che abita le stanze presidenziali da una vita ormai. Un Rossi Giuseppe detto Pepito che De Laurentiis vorrebbe portare a Napoli a ogni costo e che, in attesa di sciogliere dubbi e riserve, si fa desiderare come solo le primizie. Facciamo come la mozzarella, che del martedì di Champions dell’attaccante italoamericano, 90 minuti in campo alla faccia dell’infortunio, è stata un punto nodale.
VENTIDUE CHILI – Sì, la seconda passerella napoletana da avversario internazionale di Rossi comincia così: con l’ordinazione partita ieri mattina, dal quartier generale del Villarreal, di 22 chili di mozzarella a un caseificio di Teverola, provincia produttrice di Caserta. Come un signor Rossi Giuseppe qualunque – magari perché l’italiano è uno degli slang a lui familiari – è proprio l’attaccante a incaricarsi dell’ordinazione per il gruppo spagnolo. Una bella curiosità d’antipasto. Alla partita, ovviamente.
LA PROFEZIA – A proposito: e meno male che non doveva giocare. Meno male che il suo recupero era stato definito, con una sicurezza tanto estrema quanto diretto era il contatto con l’interessato: ” Impossibile”. Assolutamente certo, dopo l’infortunio al ginocchio sinistro rimediato sabato in campionato a Bilbao con l’Athletic. Ma quando ha deciso di giocare, Pepito? «All’ultimo minuto. Era una partita troppo importante, contro una grande squadra e in un grande stadio. Così ho deciso di fare sforzo » .
LA GABBIA – C’è da dire che contro il Napoli di ieri, quello delle serate migliori tutte folate irresistibili e applicazione estrema, non c’è stato niente da fare. Però Rossi s’è mosso, ci ha provato dai primi minuti, e via via s’è anche incaricato di suonare una carica mai recepita dai suoi. Mazzarri, dal canto suo, l’ha ingabbiato di brutto sin dal primo tempo. O meglio, il tecnico l’ha pensata bene e i suoi l’hanno fatta meglio: capitan Cannavaro lo ha limitato all’osso, controllandolo a vista come un investigatore privato, e i raddoppi su di lui sono stati puntuali e anche efficaci. Due gare e zero punti nel girone. Preoccupato?
«Certo dispiace perdere 2- 0 la prima e la seconda, eppure abbiamo giocato una grande partita nel secondo tempo, dobbiamo continuare con le cose che dice il tecnico».
LA PARTITA – La sceneggiatura ha raccontato proprio questo, basta leggerla. E se non bastasse, per gli amanti della scienza esatta ci sono anche i numeri a conforto: cioè due tiri contati in 45 minuti, e un raggio d’azione da mal di testa: Rossi di spazio ne ha avuto davvero poco, e la soluzione prediletta è stata la conclusione da fuori o dal limite. Grattacapi poco rilevanti, per la difesa del Napoli e per De Sanctis. La lode, però, non manca. Perché se le invenzioni e la classe sono doni della dea natura, l’impegno non è mancato mai. Neanche per un istante, nonostante il ginocchio malandato: Pepito non ha lesinato movimento e movimenti da punta vera, no, ma lo strapotere fisico di Cannavaro e Gargano, l’uomo che più d’ogni altro s’è preso la briga di contenerlo sulla trequarti, hanno prevalso. Inevitabile, del resto.
ADIOS A GENNAIO? – Nella ripresa la storia cambia un po’. Di poco. Ma non la sostanza e i risultati di squadra: Rossi prova a scuotere i compagni, prova a trascinarli, e non è un caso che in avvio si produca subito in un colpo di testa ( parato) e in due spunti dribbling-controllo-giochetto mancino in velocità che avranno di certo rafforzato le convinzioni del De Laurentiis corteggiatore. Che tecnica, il ragazzo del New Jersey.
E che cuore: perché il messaggio più bello della sua notte napoletana è stato il carattere.
Indomabile, anche davanti a un infortunio, per 94 minuti: è suo l’ultimo scatto. E allora? Appuntamento a gennaio? Difficile che il De Laurentiis presidente molli la presa. «Di mercato si parla, si dice. Cose che capitano, ora devo pensare a fare bene col Villarreal. Un futuro a Napoli? Ora non ci penso, posso dirvi che il San Paolo e i tifosi napoletani sono stupendi » . Porte socchiuse, insomma.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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