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Il Napoli ha ritrovato Fernandez, un gigante della difesa

I crampi hanno fermato l'ascesa del difensore argentino

In campionato non giocava titolare dal 3 dicembre; in assoluto dal 12 gennaio. Mesi di naftalina. Mesi a sperare di tornare in campo e poi ritrovarsi, all’improvviso, al centro di cinquantamila domande e infiniti rimpianti. La strana storia di Federico Fernandez

NAPOLI-CATANIA 2-2 Una nota positiva ha reso meno amaro il pareggio con i siciliani

è servita così, in un pomeriggio pazzo come marzo e come il Napoli: 2-0 e sole, 2-2 e pioggia. Canovaccio scriteriato come, dicono, sia il mese in corso. E quanto mai particolare è anche la vicenda del giovanotto argentino: esce lui, che del gioco aereo è un ottimo interprete, e il Catania pareggia. Su due calci d’angolo. I cinquantamila del San Paolo sono stritolati da un interrogativo: sarebbe finita diversamente? Chi può dirlo. Però è certo che il suo cabezon sarebbe stato utile.

TRE MESI –

E allora, buona la prima dopo tanto tempo. Pausa lunghissima e rapporto complesso, quello tra Fernandez e il campo: 11 le presenze collezionate finora in campionato, con 2 in Champions e una in Coppa Italia. Titolare 8 volte: con Chievo, Cagliari, Bayern (in Champions, a Monaco, 2 gol), Catania due volte, Atalanta, Lecce e Cesena (Coppa Italia). Ecco, l’ultima in assoluto dal primo minuto del difensore argentino risaliva proprio alla sfida con i romagnoli negli ottavi di coppa: era il 12 gennaio. Addirittura 3 dicembre, con il Lecce, era invece datata l’ultima da titolare in serie A: poi, oltre tre mesi e 15 partite di fila da spettatore. Fino a ieri.

MALEDETTI CRAMPI – Prestazione positiva, quella di Federico detto Fede. Autoritaria, con qualche impeto giovanile, ma di certo molto convincente: concreta, di forza e sostanza. Palla a terra, nell’uno contro uno, e nel gioco aereo, il piatto forte della casa. Poi, la sostituzione. Problemi muscolari? Infortunio? Lui, uscendo dal San Paolo, precisa sorridendo: «No, no, ho soltanto accusato dei crampi. Nessun problema importante: peccato, mi dispiace molto per com’è finita». Soprattutto perché era cominciata davvero molto bene. Per lui, costretto a chiedere il cambio a Mazzarri, e per la squadra, costretta a cedere alla Lazio due punti fondamentali nell’estenuante corsa al terzo posto.
IL RETROSCENA – Il problema delle situazioni con palle inattive, comunque, necessita ormai di contromisure adeguate: il Napoli soffre oltremodo, ha sofferto anche ieri e il Catania lo ha punito dall’alto dei suoi ottimi colpitori di testa. E non è un caso, a questo punto, se in settimana Mazzarri sembrava fortemente orientato a schierare insieme sia Fernandez sia Britos, altro corazziere molto bravo a svettare in area di rigore. Perché non è accaduto? Colpa dell’influenza. Un attacco influenzale che venerdì sera ha messo fuori causa l’uruguaiano: è questo il motivo per cui non ha giocato. Una casualità, come i crampi che hanno costretto l’argentino a uscire.
L’ISOLA FELICE – La fiera dei “se” e dei “ma”, però, non porta a granché. E allora, in mezzo a un mare d’amarezza, è meglio fermarsi a respirare sull’unica isola felice: la prestazione di Fernandez. Più sicuro, più pronto: è così che è sembrato ieri il ventiduenne difensore di Tres Algarrobos, Provincia di Buenos Aires, che Sabella schiera quasi sempre da titolare nella sua Argentina. Una soluzione in più che, nella maratona finale, potrà essere molto utile.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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