Chi si ferma è perduto: e in quest’ultima sosta, l’ozio è bandito. Il giro d’Europa in un paio di giorni comincia oggi e va sino a domenica, con il Vecchio Continente attraversato in lungo e in largo e ultima tappa l’Italia, panorama con vista sulla serie B. Il futuro è adesso, quattro salti sui campi (teoricamente) dimenticati e poi un’occhiata a chi è già finito dal un bel po’ nel data-base di Castelvolturno, che è già ricco ma che va aggiornato, seguendo le coordinate di sempre: età (assai) contenuta, come i costi per assecondare la filosofia societaria e ossequiare il fair play finanziario.
VIVE LA FRANCE – Lo shopping è lontano ma le vetrine sono (quasi) quotidianamente spalancate sull’universo e un’occhiata – pure due, persino tre, se capita quattro – rientra tra i doveri istituzionali d’un manager. Riccardo Bigon, qualche settimana fa, è andato in Francia per vedere Marsiglia-Lens, toccata e fuga confuso tra la folla, l’ora e mezza necessaria per monitorare la situazione Oltralpe, per avere eventuali fresche indicazioni su Blaise Matuidi (24) del Psg, per rendersi conto della bravura del piccolo Hazard (18), Thorgan, il fratellino di Eden, per recuperare informazioni su Kamal Issan Sissoko (19) del Rennes e per farsi un’idea di Geoffrey Kondogbia (19), congolese del Lens, interditore di fisico e di piede. Serviranno giorni, non meno di cinquanta, affinché si riapra il mercato, ma il rischio di farsi trovare impreparati va evitato attraverso una perlustrazione senza frontiere che parte dalla Francia ma che non disdegna certo il Bel Paese, setacciato da Micheli, Mantovani e Zunino, la triade allestita da Bigon per avere un quadro generale nitido.
VIVA L’ITALIA – Ma guai fossilizzarsi, con il pericolo di ritrovarsi esterofili: in Italia c’è del buono, e ci mancherebbe, e soprattutto ci sono calciatori pronti per l’uso, eventualmente utili per intervenire a presa rapida, rimuovendo l’ostacolo del prevedibile ambientamento. Marco Biagianti (27) non è più un ragazzino ma ad un Napoli già sufficientemente giovane un po’ d’esperienza può andar bene: a centrocampo c’è in organico un buco creato dai problemi fisici di Donadel e quell’incursore che a Catania ha dimostrato di saper stare davanti alla difesa, di saper giostrare in mediana a destra o a sinistra e di aver tempi di inserimento sotto rete rimarchevoli, sembra avere le caratteristiche giuste per rappresentare una tentazione.
Le priorità, come noto, spingono comunque ad acquisire documentazioni sulla meglio gioventù in circolazione e a Pescara non c’è soltanto Lorenzo Insigne ad aver lasciato il segno ma pure Marco Capuano (20), un jolly difensivo che con Zeman ha fatto progressi impressionanti e che sembra aver nelle corde la capacità di sdoppiarsi, esibendosi da centrale o da fluidificante.
La naturalezza del mancino costituisce opzione a favore d’un ragazzo sul quale il Napoli s’è lanciato in epoca non sospetta, nell’estate scorsa, prima di indietreggiare per evitare l’asta con l’Atalanta. Il tempo passa, le situazioni cambiano e da Bergamo hanno frenato, Capuano intanto è cresciuto e il Napoli non ha certo dimenticato: venti anni appena compiuti, prezzo d’acquisizione accessibile, ingaggio umano, la scuola d’un maestro come il boemo e poi anche una non disprezzabile esperienza internazionale con l’Under 21 di Ciro Ferrara.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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