La premessa deve essere chiara: nella volata Champions non è che le inseguitrici siano andate male ma è il Napoli che è andato troppo bene. In fondo, il Napoli dei record di Bigon e Maradona, quello della stagione 1989/90, a questo punto della stagione aveva solo tre punti in più rispetto ad adesso (punteggi ricalcolati con i tre punti per la vittoria): 69 punti contro i 66 del team di Mazzarri.
La squadra azzurra sembra avere ormai trovato la quadratura del cerchio: gioco, continuità di risultati, una tranquillità di ambiente. La marcia, poi, calendario alla mano, sembra destinata a continuare. Mazzarri può comunque dire che, negli ultimi 23 anni, è il miglior Napoli in assoluto. Questa è una stagione da record, da incorniciare. Nel famoso campionato 1989/90, calcolando la vittoria tre punti come al giorno d’oggi, il Napoli dei record concluse l’anno con 72 punti in totale (21 vittorie 9 pareggi e 4 sconfitte). Questo Napoli non può far meglio, perché anche se vincesse a Pescara, avrebbe sempre tre punti in meno. «In questa squadra è fondamentale il coraggio di Mazzarri», ha spiegato ieri Hamsik dal suo sito. Quelli di quest’anno sono numeri che non consentono al Napoli di dominare la serie A (c’è la Juve), ma che danno però la dimensione delle stagione strepitosa degli azzurri. E sono numeri da capogiro: con 66 punti è il miglior secondo Napoli della storia dietro il Napoli di Bigon (89/90), ma davanti a un altro Napoli di Mazzarri (2010/11), al Napoli di Bianchi (88/89) e a quello di Pesaola in panchina e Sivori e Altafini in campo (65/66).
In una disciplina come il calcio, che non sempre dà ai numeri l’importanza che meritano, si ha la sensazione che l’impresa della squadra azzurra non sia sempre valutata per la sua grande qualità intrinseca. 19 vittorie nel carniere, appena 5 sconfitte, + 12 punti rispetto a dodici mesi fa, una differenza reti di +29 e, dopo la Juventus, è la squadra che ha conquistato più punti in casa (40 punti). Già, le reti: con 61 gol realizzati, l’attacco è il secondo della storia azzurra. Per trovare un rendimento migliore bisogna risalire alla stagione 1957/58: tandem d’attacco Pesaola-Vinicio, per capirci. La squadra del presidente Lauro fece 65 gol alla 33esima giornata, questo Napoli è 4 reti dietro.
E la vituperata difesa azzurra? 32 gol presi e una infinità di critiche (tre gol incassati dal Torino e dall’Atalanta, 2 da Chievo e Cagliari nell’ultimo mese). Eppure questa retroguardia è la sesta della storia del Napoli: nel 66/67 con Bandoni in porta incassò 22 reti. Su tutto e tutti Cavani: è a un passo dalla corona di imperatore dei goleador italiani (con la maglia del Napoli l’impresa è riuscita solo a Maradona nell’86/87 ma era un campionato a 16 squadre). Ma il Matador è nella storia: 23 gol fatti, due in meno del miglior Edi edizione 2010/11 e tre in più nel 2011/12. Superati ancora una volta ’o lione Vinicio e Vojak. Numeri da favola.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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