Manca pochissimo alla certezza aritmetica di approdare in Champions League dall’ingresso principale: nove punti, da raccogliere nelle ultime cinque gare di cui tre in trasferta (Pescara, Bologna e Roma) e due in casa (Inter e Siena). E manca ancora meno per battere il record stabilito da Mazzarri due campionati fa (70 punti) quando riportò il Napoli nella massima competizione europea a distanza di anni: appena quattro punti. Tutto pronto quindi per sedersi ad un tavolo e cominciare a programmare con un certo anticipo la prossima stagione agonistica. Tempo un paio di settimane ancora. E mentre il primo nodo, quello legato alla permanenza di Mazzarri, sembra in via di scioglimento (si va verso il sì a meno di clamorose sorprese); l’altro, invece, quello che riguarda il futuro di Cavani rimane sempre incerto, o perlomeno condizionato dal passo decisivo (e convinto) di uno dei club interessati a lui (Manchester City, Real Madrid, Psg e Bayern). L’attaccante sembra attirato dalle sirene che provengono dall’estero ma per ora nulla di concreto. Eppure il Napoli si sente in una botte di ferro. E guarda al futuro con moderato ottimismo. Se anche dovesse farsi avanti l’estimatore del Matador saldando la clausola rescissoria ormai nota a tutti (63 milioni di euro), con i proventi globali della Champions League, il club si ritroverebbe un bel gruzzolo per procedere con gli investimenti: circa cento milioni di euro.
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