Pescara. Ancora Inler, come all’andata. Ancora con un tiro da fuori, al San Paolo segnò una doppietta, qui ha lanciato il Napoli in vantaggio. Un gol pesante (decisiva la deviazione di Capuano) nella partita del rientro al posto dello squalificato Behrami, da play maker davanti alla difesa, dopo le cinque giornate vissute in panchina: il gol che ha aperto la partita. Ancora Pandev, il macedone che si è risvegliato in primavera: una rete bellissima e preziosa, quella del raddoppio, nella partita in cui in attacco manca Cavani per squalifica ed il più atteso è l’ex Insigne.
Un gol alla Pandev, controllo e girata di sinistro nell’angolo su cross perfetto di Maggio dopo un’azione pregevole: sesta rete in campionato, determinante l’ex interista in questa fase positiva degli azzurri. Ancora Dzemaili, cecchino infallibile di questi tempi. Tre reti nella ripresa che scardinano il bunker del Pescara, per gli azzurri è il sesto risultato utile consecutivo (cinque vittorie e il pareggio in trasferta con il Milan), superata quella che si poteva rivelare una gara trappola. E invece gli azzurri la chiudono con un altro trionfo e una vittoria larghissima.
Il Napoli vince all’Adriatico (l’ottavo colpo in trasferta), allunga a più dieci sul Milan e accorcia a meno otto dalla Juventus. Un altro passo avanti importante per consolidare il secondo posto (cioè la Champions diretta) ai danni dei rossoneri di Allegri e che costringe la Juve comunque a rimandare la festa scudetto. Vittoria che arriva nel secondo tempo con due guizzi, dopo le problematiche emerse nella prima frazione. Partita, comunque, difficoltosa, il Pescara ultimo in classifica si batte con energia e con un unico scopo, quello di chiudere tutti gli spazi agli avevrsari.
La squadra abruzzese erge un muro, tutti dietro la linea della palla, squadra attenta e concentrata, con Pellizzoli, spesso insuperabile tra i pali. Il Napoli in avvio si lascia imbrigliare dal ritmo lento della partita, non c’è il giusto movimento senza palla e si fa fatica a trovare varchi centrali. Più o meno stesso discorso sulle fasce dove gli azzurri non riescono a creare la superiorità numerica. La squadra di Mazzarri finisce con l’imbottigliarsi anche perché sia Hamsik che Pandev, i due uomini di maggiore qualità, fanno fatica ad inventare qualcosa di decisivo. Insigne gioca alla Cavani, da punta centrale, la prima palla la mette in porta (16′) ma è in fuorigioco, anche se la rete viene annullata in ritardo. La seconda fiammata è ancora del talento di Frattamaggiore, l’ex più atteso di giornata, venti gol l’anno scorso con Zeman: un colpo di testa pericolosissimo (23′) trova la respinta super in tuffo di Pellizzoli.
Funziona poco la catena di sinistra, Zuniga non trova i tempi d’inserimento per spingere anche perché stavolta Hamsik non lo agevola. Più produttiva l’altra mezzala Dzemaili, sul centrodestra, bravo a cercare la profondità e a innestare Maggio. Poco gioco, poche emozioni, Napoli poco arrembante nel primo tempo. Partite così contro squadra chiuse non sono poi così semplici da sbloccare. Il Napoli ci va molto vicino su calcio di punizione: la battuta di Dzemaili (37′) trova un alta grande risposta di Pellizzoli, in ritardi Insigne per l’eventuale tap in.
L’episodio favorevole arriva al primo tiro in porta della ripresa. Il sinistro di Inler (1′ st), toccato da Cosic beffa Pellizzoli. Poi Pandev sbaglia il raddoppio, un rigore in movimento su assist di Hamsik. Ma il macedone alla seconda occasione colpisce con grande freddezza (13′ st), sul cross basso di Maggio, si gira e la mette nell’angolo.
In vantaggio di due reti il Napoli è più tranquillo nel gestire il vantaggio e più che altro si preoccupa del controllo della partita provando ancora a pungere quando può. Mazzarri dà spazio ad Armero e Mesto, facendo rifiatare gli esterni di fascia titolari Maggio e Zuniga. Il Pescara crea poco, anche se De Sanctis è bravo in un’occasione ad alzare sulla traversa il colpo di testa di Sforzini. Poi entra anche Calaiò, fischiato a differenza dell’altro ex Insigne. Dzemaili completa la festa con il gol del tris.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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