Quanto vale l’Europa? Il cassiere del San Paolo ha fatto i conti: 18.315.651euro. È l’incasso delle notti magiche del San Paolo, quelle che hanno portato 548mila persone allo stadio in dodici partite dall’Intertoto alla Champions League. Che si giochi con gli albanesi del Vllzania oppure con i megamiliardari di Manchester City o del Chelsea poco importa. Napoli quando sente odore di Europa risponde sempre presente. Curioso il fatto che una delle partite che ha avuto più seguito di tifoseria a Fuorigrotta, dietro soltanto Bayern Monaco (60.074) e Manchester City (57.575), sia stata contro i greci del Panionios, con un gol di Hamsik che risolse l’incontro dopo il successo conquistato per 3-0 all’andata. Voglia di gol europei datati 26 luglio 2008 con 54mila persone allo stadio. Era dal 6 dicembre del 1994, tredici anni e sette mesi prima, che il San Paolo non apriva i battenti per una sfida internazionale. La sconfitta con l’Eintracht sancì la fine dell’epoca d’oro e l’avvio di un declino che sei anni dopo avrebbe portato al fallimento del club. Un disastro finanziario dopo anni di grandi difficoltà soprattutto perché allora il calcio non godeva degli enormi flussi di danaro elargiti in questi anni dalle pay tv per acquisire i diritti sulle partite.
Mercato nero
Al mercato nero per quella storica partita contro i greci curve anche a 50 euro. Un Napoli travolgente che vide finire la sua prima avventura contro l’ostacolo Benfica battuto 3-2 al San Paolo per un incasso allora record di poco più di un milione e mezzo di euro. I tifosi per quella occasione ritrovarono anche le curve aperte dopo i tre turni di chiusura imposti dal giudice sportivo per i fatti di Napoli-Roma. Si cominciò anche a saggiare la dura legge dell’Uefa. «Attenzione alle multe ed ai fumogeni» il mantra dell’allora direttore Pierpaolo Marino per un San Paolo che ribolliva di passione. Nel match di ritorno Yebda e un’atmosfera che fece tremare le gambe ad un Napoli giovane virgulto del panorama europeo, sancirono l’addio allo scenario continentale. Altro match da incasso capogiro contro il Liverpool. Si giocò il 21 ottobre del 2010 e scalzò il record del Benfica. L’asticella arrivò poco sotto i due milioni non riuscendo a valicarla e fermandosi a quota 1.903.760. Prime polemiche sui prezzi. I reds valevano dai 23 euro in curva ai 150 in tribuna d’onore ma tant’è. In quella stagione il Napoli staccò 11.820 abbonati e ben undicimila fecero valere la prelazione. Accoltellati in via Mezzocannone e caos totale al ritorno ad «Anfield Road» con la polizia che tenne a bada, spesso anche andando oltre il proprio compito, tantissimi tifosi del Napoli che erano giunti a Liverpool senza biglietto. Altro assaggio d’Europa. Non si parte senza tagliando.
E poi gli incassi dei record, uno dopo l’altro, della Champions League che in quattro partite ha portato a De Laurentiis quasi 10 milioni di euro (9.735.059). Prima il Villarreal con 46.000 spettatori e 1,6 milioni, poi la partita con il Bayern arrivata a 2,5 milioni, quella con il City da 2,4 milioni e il record dei record stabilito contro il Chelsea e 52.000 spettatori che hanno fatto sfondare il muro dei tre milioni di euro.
Il record
Non sarà Napoli-Real Madrid, non sarà Napoli-Stoccarda, ma resiste ancora un record di Diego Armando Maradona al San Paolo. La partita che ha incassato di più nello storia dell’impianto di Fuorigrotta è sempre legata al Pibe. Si tratta infatti di Italia-Argentina semifinale dei mondiali di Italia ’90: 6.966.680.000 di lire (3.597.990 euro). Ma De Laurentiis attende perché se Lavezzi e compagni torneranno da Stamford Bridge con la qualificazione in tasca anche il record dell’albiceleste di Diego rischia di vacillare clamorosamente. E stavolta – al di là dei prezzi – potrebbe essere non solo primato d’incasso ma anche quello riservato agli spettatori.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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