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Il Napoli corre di record in record l’anno d’oro porta centoventi milioni

Cresce l’appeal commerciale del club, ormai tra quelli più ricercati

Facciamo i conti in tasca al Napoli. Euro più, euro meno la Champions fino a questo momento vale ventinove milioni. Magari anche qualcosa di più. L’anno scorso, dopo superato chiuso il girone di Europa League al secondo posto ed essere uscita ai sedicesimi di finale per mano del Villarreal, la società azzurra incassò circa due milioni e mezzo dalla Uefa. Quest’anno è andata molto meglio, anche perché il rendimento della squadra di Mazzarri è stato semplicemente galattico. Per aver passato il turno in Champions, il Napoli ha incassato (o meglio, incasserà a fine stagione, quando si faranno i conti peraltro in franchi svizzeri) tre milioni in euro. A questi vanno aggiunti i soldi ricevuti per la qualificazione alla fase a gironi (3,8 milioni), quelli incassati per ogni gara fin qui disputata (circa 4 milioni) e ulteriori 3,2 milioni per le tre vittorie e i due pareggi ottenuti (la Uefa paga 800mila euro per ogni vittoria e poco più della metà per i due pareggi). Non solo, ai bonus dell’Uefa vanno aggiunti anche i soldi incassati per i diritti televisivi (più o meno altri 5 milioni), sia dalle tv nazionali che da quelle internazionali. A livello televisivo le quote destinate a ciascuna delle formazioni rimaste in lizza sono ancora in fieri ma in casa Napoli hanno calcolato una somma attorno ai 5 milioni già acquisita e una ulteriore oscillante tra i 3 e gli 5,5 milioni (dipenderà dal numero di partite disputate dai club italiani).
Ci sono poi gli incassi del botteghino (col Villarreal 1,4 milioni, con il Bayern 2,5 milioni e con il Manchester City 2,4 milioni). Insomma, fare i conti non è facile ma secondo i calcoli siamo intorno ai trenta. Che possono diventare ancora di più se, per esempio, il Napoli vince contro il Chelsea (l’accesso ai quarti fa maturare altri 4 milioni, oltre i soliti bonus legati ai risultati). Complessivamente il 2011 boom degli azzurri (terzo posto in campionato e il volo in Europa) ha consentito di incassare al botteghino oltre 21 milioni (erano 17,9 del 2010 e intorno ai 14 milioni sia nel 2008 che nel 2009).
A questo tesoretto, vanno poi aggiunti i soldi legati ai risultati del prossimo turno. Ma restiamo all’oggi. Se i conti sono giusti il Napoli solo per gli incassi di Champions ha in cassa circa quaranta milioni di euro (va tenuto conto anche dei ricavi derivanti dai super-sponsor della manifestazione che vanno ripartiti tenendo conto del numero di tifosi di ogni club).
C’è poi la quota dei proventi tv per la serie A 2010/11 ricalcolata ad aprile scorso sulla base dei bacini d’utenza e dei contestati (dai piccoli club) criteri di ricerca degli istituti demoscopici. Il Napoli, considerata dalla Lega una delle big, ha incassato 19,6 milioni di euro.
Il fair play contabile è l’ultimo tentativo per arginare la follia di un mondo che, ad avere un minimo di onestà storica, non ha mai brillato per efficienza imprenditoriale. La cifra che ha in mano il Napoli è più che sufficiente per affrontare il prossimo mercato (dopo Vargas qualcosa può succedere ancora già a gennaio) e per mandare avanti il club. Una parte dei soldi, infatti, è da spendere in ingaggi e altre spese di gestione. Del resto la filosofia dei De Laurentiis è chiara, il Napoli deve essere in grado di autofinanziarsi. E i soldi guadagnati non servono soltanto per comprare qualche giocatore, ma anche per mettere a posto tante piccole situazioni di bilancio. Come, ad esempio, il monte ingaggi, visto che quest’anno il tetto ha superato il budget del 2010 (dai 32 milioni lordi ai quasi 41 milioni).
Per questo quei quaranta milioni non saranno destinati esclusivamente al mercato, bensì alla gestione complessiva del club. Ma non c’è dubbio che l’esperienza Champions sia una bella boccata d’ossigeno per il Napoli, che secondo le più recenti tradizioni del marketing e del management sportivo, ha fatto un contratto a salire anche con gli sponsor. Il main sponsor, la Lete garantisce un ottimo budget per questa stagione (è uno degli abbinamenti più onerosi del calcio italiano): il passaggio del turno porta in dote circa 600 mila euro. Se è il Milan la squadra che incassa di più dai marchi sulle maglie (ben 12 i milioni versati dalla compagnia aerea Emirates) alle sue spalle, dopo l’Inter c’è proprio il Napoli, che da questa stagione ha un doppio sponsor, Msc Crociere, che assicura un’entrata complessiva di 9 milioni. Senza dimenticare l’abbinamento tecnico con Macron che per battere la concorrenza dell’Adidas ha staccato un assegno da quasi 1,8 milioni a stagione.
Un conto è giocare il preliminare di Champions e poi magari andare in Uefa, un altro ritrovarsi agli ottavi di finale. Tutta un’altra storia, anche come immagine. Infatti il Napoli di oggi è una squadra che fa ascolti altissimi in tv e ha aumentato il suo valore anche sul mercato della pubblicità e delle sponsorizzazioni. È un prodotto che si vende meglio. Soprattutto all’estero, dove il brand ha un suo fascino e il calcio «all’italiana» di Mazzarri (perché offendersi a chiamarlo così?) ha un sacco di estimatori. Il tutto legato all’immagine vincente del gruppo Filmauro e della famiglia De Laurentiis, un mix che funziona.
Andare avanti in Champions, dunque, significa aumentare sia l’appeal commerciale che incrementare il bilancio economico. Un fatturato che supera i 120 milioni. Oltre all’orgoglio – cosa da non sottovalutare – di un gruppo che non si pone limiti e ha voglia di stupire ancora.

 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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