Il Napoli ha un fuoriclasse, che è pure il miglior straniero del campionato e forse anche il miglior giocatore del campionato: Edinson Cavani. Poi ha un grande giocatore: Hamsik. E un talento straordinario per il futuro: Insigne. Il resto è ordinario, non da prima fascia europea. E’ una squadra con tanti dislivelli, l’esatto opposto della Juventus rispetto alla quale è inferiore in difesa e a centrocampo, reparto dove anche Fiorentina, Lazio e Roma hanno più risorse e più ricchezza. Tuttavia, se riavrà i due punti della penalizzazione, questa squadra formata e forgiata dalla mente del suo allenatore, risalirà al secondo posto, a 36 punti, a 8 dalla Juventus. Ma se davvero vuole tornare a interpretare il ruolo di anti-Juve deve crescere nel carattere e soprattutto nell’organico. Con tutto il rispetto per ottimi professionisti come Donadel e Behrami, schierati in coppia domenica pomeriggio a Siena, la distanza tecnica fra loro e Vidal-Pirlo-Marchisio (o mettiamoci pure Pogba, prima riserva del centrocampo come Donadel) è abissale. In più, deve aumentare la propria autostima, non può continuare a perdere o a non vincere tutti gli scontri diretti.
Ha passato un momento nerissimo, con quattro sconfitte a fila fra campionato, Europa League e Coppa Italia, ma se sa cogliere il segnale buono può tornare a sorridere. Il segnale è in quei 5 minuti finali di Siena: mentre una tristissima partita si stava spegnendo il Napoli ha saputo riaccenderla. Prima con i cambi (sia come uomini che come modulo) di Mazzarri, poi con l’orgoglio di giocatori che non finiscono mai, come Hamsik e Cavani, tutt’e due ai margini per 85′ e poi esplosivi in 450 secondi.
A differenza di Juve e Inter (che devono battersi su tre fronti), ha due impegni su tre, come Fiorentina e Roma. Non solo, a gennaio, mentre Fiorentina e Roma avranno una o più gare di Coppa Italia, Mazzarri avrà il mese intero a disposizione per allenare come desidera. Per uno come lui è un grande vantaggio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
