“E’ giunta l’ora delle decisioni irrevocabili”. La citazione forse non è fortunata, ma inquadra bene il momento del Napoli. Il campionato, inteso come corsa scudetto, è finito. La vera anti-Juve (sulla cui definizione i giornali sportivi si sono tanto divertiti a speculare) è la Juve, che non può perdere il tricolore se non da sola. Ma la corsa per la Champions è agguerrita. I posti sono due: l’Inter è davanti, la Lazio è viva, la viola c’è mentre Milan e Roma sono in rimonta. Il Napoli deve “semplicemente” (si fa per dire) mantenere la media punti delle prime 14 di campionato. Per essere sicuri di riuscirci, bisogna ritoccare la rosa. Che De Laurentiis sia una persona oculata nella spesa, per usare un eufemismo, è uno spauracchio che non lascia presagire niente di buono dal mercato. Ma personalmente ho una speranza: proprio il sentimento economicista del presidente (sempre parlando per eufemismi) lo spingerà verso investimenti. Nelle ultime stagioni, il mercato di riparazione è sempre stato timido. L’anno scorso l’investimento su Vargas, due anni fa Ruiz e Mascara, tre anni fa il solo Dossena, prima ancora il solo Datolo. E non sempre gli interventi erano piccoli perché il Napoli era già una macchina perfetta per i risultati preposti. Ma il passato porta anche altri esempi. Nel gennaio 2005 gli acquisti furono 9 (tra i quali giocatori centrali o utili fino al ritorno alla serie A, come Calaiò, Grava e Pià). Certo, quella era la prima stagione della gestione De Laurentiis e il contesto era particolare. Ma anche nell’inverno 2008, con una rosa che dimostrava di aver bisogno di poco per salvarsi con calma e guardare all’Europa, gli interventi furono decisi: 15 milioni sul piatto e 4 acquisti (Navarro, Pazienza, Mannini e Santacroce). Insomma, quando serviva qualcosa per raggiungere l’obiettivo, si è cercato di assicurarselo. Tornando al presente, il discorso è: il Napoli per essere certo di finire avanti alle concorrenti Champions ha bisogno di miglioramenti della rosa. Per farlo, bisogna spendere, ma il presidente è un tipo che se può, spende poco. Dalle parti di Castel Volturno, però, non può sfuggire che dalla partecipazione alla Coppa Campioni dipendono introiti più alti della spesa per una qualsiasi riserva. La dirigenza ha già dimostrato, in casi simili, di avere un minimo di lungimiranza. Di qui la mia fiducia: si daranno una mossa”.
Roberto Procaccini per “Il Napolista”
La Redazione
P.S.
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