Con i gol di due panchinari, Caceres e Pogba, la Juve ha risolto in ottanta secondi la partita contro il Napoli, che è crollato quando il mezzo colpo a Torino sembrava fatto. Dieci minuti, non di più, e sarebbe stato portato a casa quel punto che avrebbe consentito a Mazzarri di mantenere la testa della classifica. Invece, proprio sul più bello, hanno segnato Caceres di testa sugli sviluppi di un angolo (nessuno marcava il difensore uruguaiano) e Pogba con un tiro da fuori area di sinistro, con quel pallone che era stato messo sul suo piede da uno sbilenco rinvio di Campagnaro dopo il tiro di Giovinco. Caceres e Pogba erano stati schierati da Alessio, il vice-Conte, da pochi minuti e non sembravano le soluzioni per sbloccare la partita. Invece, le disattenzioni di una difesa fino a quel momento impenetrabile (quelli di ieri sera sono stati i primi gol subiti fuori casa in questo campionato) hanno consentito alla Juve di compiere un passo importante.
Il Napoli se l’è giocata bene, a viso aperto, nel primo tempo, arrivando vicinissimo al gol con Cavani: palo del Matador su punizione. Ma nella ripresa si è avuta la sensazione che gli azzurri pensassero ad assicurarsi il pareggio, anche perché hanno fatto vedere poco: una sola azione, la mezza girata di Cavani al volo, andata al di là della traversa, prima dell’uno-due della Juve. Mazzarri ha operato due sostituzioni sullo 0-2, però la freschezza di Insigne sarebbe stata utile prima, quando era cominciata ad affiorare la stanchezza del bomber uruguaiano, reduce da un infernale tour nei cieli. Peraltro, proprio in questa partita è mancato l’abituale apporto di Hamsik, che si è dedicato più alla marcatura di Pirlo che all’impostazione nella trequarti avversaria: non c’è stata la sua fantasia, così come non si è visto Pandev. Il ko sul campo della Juve, che ha allungato a 47 le partite senza sconfitte in campionato, non cambierà la storia del torneo per il Napoli perché il cammino è lungo e in marzo la squadra di Conte dovrà presentarsi al San Paolo. La Juve stile All Blacks, con la divisa tutta nera, non ha messo sotto gli azzurri nell’arco della partita. Ha saputo capitalizzare due episodi negli ultimi minuti e anche questo rende grande una squadra. Il match scudetto è stato fisico, non spettacolare, a dispetto della grande attesa per la partita-scudetto. Cinque tiri per i campioni d’Italia e due per gli azzurri, che hanno impostato bene la gara nel primo tempo anche se le ripartenze sono state faticose e infatti l’unica vera occasione è stata quella di Cavani su punizione: al 26’ ha tremato l’incrocio dei pali sinistro della porta di Storari, schierato al posto dell’infortunato Buffon e mai seriamente impegnato, mentre De Sanctis è stato tempestivo in quasi tutti gli interventi, a cominciare da quello dopo un minuto sul perfido tiro di Giovinco. Impiegato al posto di Vucinic, il fantasista ha messo in difficoltà Campagnaro con il suo passo, però nei sedici metri è stato evanescente. Messo male da quel lato anche Maggio, che ha penato contro Asamoah: l’esterno della Nazionale non ha lo sprint giusto e il Napoli sta pagando il suo appannamento.
Nel momento in cui la tensione è calata e la squadra ha cercato di amministrare il risultato, sono saliti sulla scena Caceres e Pogba. Erano partiti dalla panchina e sono stati i protagonisti della notte dell’allungo, celebrata dai tifosi bianconeri nello Juventus Stadium tutto esaurito con il coro «Oj vita oj vita mia». Uno sfottò accettabile dopo valanghe di insulti razzisti.
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