Napoli – I soldi costano: lo dicevano i nonni. E niente è cambiato: perché costa avere in organico, sul libro paga, Marco Donadel, il caso limite più eclatante e paradossale, quadriennale utilizzato per una manciata di minuti; e costa anche Gamberini, arrivato due anni fa, ripartito nella passata stagione, ma ancora con contratto su foglio azzurro; e costa Rosati, il portiere, che ne ha ancora per una stagione; e costano – di meno – pure Fideleff e Dumitru; e costa Gargano, ch’è tornato dal Parma e che ha ammiratori in Spagna.
E’ un tesoretto, a pensarci bene, perché è la somma che fa la differenza ed in quella mezza dozzina d’uomini in cerca di collocazione c’è poco meno d’una decina di milioni di euro di stipendi (e contributi: ovviamente va valutato il lordo e non il netto).
VENDERE. Il mercato è una giostra che gira e persino quando sembra ferma qualcosa sta per accadere o comincia a muoversi: Blerim Dzemaili ha una sua fama internazionale, uscita sensibilmente rafforzata dal mondiale in Brasile, occasione per mostrarsi persino in pochi minuti, per lasciare un’impronta impattando d’istinto sulle partite. Lo Dzemaili napoletano è ai titoli di coda: ha intuito che i suoi spazi sarebbero sempre più ristretti, ha il desiderio di mettersi in gioco altrove – l’Inghilterra gli piace – e sa che al Siviglia stanno aspettando il momento buono per avanzare una richiesta.
LE USCITE. Se ne parlerà, ora che la normalità si impossesserà del calcio, privato del Mondiale e dunque senz’alcuna distrazione: e Dzemaili, più di ogni altro, potrà conoscere il proprio destino. Sul quale si interrogherà anche Pandev, quasi certamente – anzi, certamente – Behrami e infine Vargas, altri dodici milioni di euro investiti nel gennaio del 2012 e una promessa rimasta inespressa, almeno in Italia: ma il Valencia è rimasto alla finestra e la nazionale cilena ha amplificato quel talento inespresso. Però, per acquistare sarà (anche) necessario vendere: perché i soldi costano, lo dicono anche oggi.
Fonte: Corriere dello Sport
