Il calore dei sessantamila, l’erba ch’è sempre più verde, il focolare domestico: benvenuti al san Paolo, il salotto accogliente di week-end meravigliosi, la parte di casa in cui starsene comodi a sbirciare l’universo, sapendo che là dentro c’è un tepore niente male. Ci vorrebbe un amico e, calendario in mano, la strizzatina d’occhio è doverosa, perché in questo mese in cui il calcio s’infila nel frullatore, ce n’è di gente sull’uscio, pronta ad allungare la mano: cinque su sette a Fuorigrotta, niente male a pensarci bene, perché in quei tretadue giorni sulle montagne russe – dalla Lazio all’Atalanta (ma passando attraverso il Manchester City), dalla Juventus al Lecce (e infilandoci in mezzo il Villarreal), dal Novara alla Roma e infine al Genoa – c’è una città per campare (bene). Vedi Napoli e poi…?
NUMERI DA STAR – Ma certo, ben ritrovati al san Paolo: quasi un fortino, in quest’era Mazzarri, con una media stagionale nel 2009-2010 che ha avuto picchi invidiabilissimi di 2 punti a partita e una tendenza generale, spalmata nei due anni alla livornese, da indiscutibile padrone di casa. Il rush finale di questo 2011 da incorniciare va in scena in uno stadio da mille e una notte, potere seduttivo sugli ospiti ed fluido magico su una squadra che sa sempre ciò che vuole e sa anche come prenderselo, una sorta di bunker che talvolta è (umanamente) caduto ma che dall’avvento di Mazzarri ai giorni nostri ha contribuito alla conquista della qualificazione in Europa League prima e in Champions poi, attraverso sontuosi show con Milan e con Juventus, con Roma e di recente con l’Udinese, una mattanza continua senza distinzione di ceto sociale. La sosta è l’occasione buona per ricaricarsi, l’opportunità da cogliere al volo per allenarsi serenamente e riflettere su ciò che sarà: la Lazio per ricominciare, poi la Juventus nell’infrasettimanale e, a seguire, Lecce, Roma e Genoa. Un anno fa, potere della statistica, finì di lusso con tutte e cinque, in una giostra d’emozioni da far perdere la testa a quello stadio in festa.
FORMATO ESPORTAZIONE – Viaggiare è più faticoso, ovviamente, ed è un principio generale, non un limite: il Napoli da trasferta di Mazzarri ha una sua dimensione egualmente particolare (cinque vittorie nel primo spezzone di campionato in cui subentrò a Donadoni dopo sette giornate, otto un anno fa, già due nel torneo in corso), ma il gap è inevitabile, oltreché universale e sottolinea la sostanziale differenza tra il raccolto garantito dal san Paolo e quanto invece rimediato altrove. Si riparte, però, il 19 novembre, tanto per gradire in notturna – come sempre, visti gli appuntamenti fissati in agenda – e sarà immediatamente Reja, con il suo carico di fascino, con le emozioni che può garantire un ritorno così suggestivo, con il ricordo d’un 4-3 ancora fresco nella memoria. E poi, in una escalation quasi senza precedenti, palla al centro e pedalare, tutto d’un fiato, appena 72 ore di tranquillità e capiterà il Manchester City in Champions; tre giorni e dritti a Bergamo, mentre la Juventus sembrerà già di vederla comparire tra il pienone del san Paolo, da scaldare ripensando a quello che sarà in seguito, tra il Lecce, la Roma ed il Genoa, in un tourbillon di partite che possano valere una stagione intera. Trentanove sfide in casa, settantatre punti conquistati, sessanta gol fatti, soltanto otto volte all’asciutto, media punti di 1,87: fate il vostro gioco, fate i vostri conti….
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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