Resistono in coppe Napoli, Inter e Lazio. Il vecchio Milan e Juve non crollano, anzi. Allegri, si dice, lascerà il Milan, anche se a chiacchiere si parla di un contratto a vita. L’Udinese è miseramente caduto contro lo Young Boys. La Juventus non può non programmare altri milioni per l’anno prossimo, affidando gli affari a Beppe Marotta, che resta un manager di rara perizia. La Nazionale ci ha rallegrato tanto, le coppe idem. D’incanto abbiamo riconosciuto nel contropiede il modulo che più si adatta alla nostra personalità tecnica e tattica. Naturalmente ognuno, auspice le Televisioni, ha detto la sua. Molte trasmissioni sportive sono affidate in parte ad attori comici. Ne vengono dette di cotte e di crude. Pochi, davvero pochi gli opinionisti per la replica meridionale. L’equivoco si fa sempre più fastidioso.
Le televisioni fanno molto male a chiamare a parlare del sud chi al sud forse ci imposta solo le sue legittime speculazioni.
Io non voglio tirarla lunga con quelli del Nord che fanno la loro parte e con quelli del sud che non fanno la loro parte ma voglio esternare il mio dissenso per il comportamento delle Televisioni che sistematicamente offendono la classe intellettuale e giornalistica del sud ignorandola o affidandole un ruolo marginale. C’entra probabilmente una questione di “rimorchio”. Vale a dire che, chi per una ragione, chi per un’altra, quaggiù in molti procedono al seguito di qualche illustre personaggio, quando sarebbe tempo invece di guardarsi in faccia per trovare una politica comune, di respiro veramente meridionale. Ma la verità è anche che la faccia giornalistica riflette la faccia di tanta altra gente, compresa quella della nostra società maggiore , che è il Napoli e che avverte, uno evidente stato di imbarazzo che lo sospinge a fare salamelecchi al nord e al centro.
Ma De Laurtentiis, Lombardo e compagni devono capire, essendo meridionali, che è ormai tempo di non tenere più lo sguardo volto a settentrione ma al meridione. E’ l’amicizia con i Pulvirenti, con i Lo Monaco, i Manniello e Giglio, i Tesoro e via dicendo che ci deve interessare. Questi possono essere considerati amici. I Galliani, Moratti e co. sono concorrenti, simpatici, leali ma concorrenti. De Laurentiis è su questo piano meridionale che dovrebbe muoversi. Non ci consta fino a oggi lo abbia fatto. A Sorrento e Castellamare aspettano non solo una sua visita ma almeno una telefonata.
Mi rendo perfettamente conto che il Napoli ha molti problemi da risolvere ma non è che questi problemi possano venire risolti accentuando una impostazione di sudditanza e tardando invece ad alimentare i rapporti con Palermo, Reggina, Catania e via dicendo.
Il Napoli non gode di buona stampa nel sud e nemmeno a Napoli, perché del sud se ne è sempre strainfischiato. L’augurio nostro è che trovi la voglia e il tempo per realizzarsi su questo piano.
Per farlo occorrerà anche tutta la buona volontà della sua squadra. Il calcio che le abbiamo visto praticare contro il Cagliari è stato sinceramente non esaltante dal punto di vista dello spettacolo ma intenso, attento, concentrato, determinato, senza sbavature, con un talento eccezionale che con 56 gol raggiunge l’ottavo posto all time e quest’anno è a sei gol e cinque assist: un vero campione. Mazzarri si è mostrato soddisfatto perché adesso tutti corrono come matti. La corsa, però, è un momento del gioco non è il gioco. Nel Napoli tutti si muovono e tutti mantengono la posizione, dando alla squadra una fisionomia precisa. L’equilibrio tattico degli svizzeri del centrocampo è sempre diverso, cangiante e sicuro. Nel Napoli perfino i laterali (che sono tra i migliori) si muovono freneticamente. Il centrocampo è un quadro tattico. Inler mantiene disciplinatamente il ruolo. Behrami ha la capacità di non stracciare mai la squadra in avanti. Ora, messe così le cose, con l’inquieto Pandev che ci ritroviamo, l’inserimento di Cavani risolve tutti i problemi offensivi, oltre ad iniziare a convincersi di puntare sul talento naturale di Insigne, cercandone altri che pur ci sono.
Il Napoli ha bisogno di correre sì ma anche restare ancorato ad un certo reparto, che è quello di centrocampo. Walter deve ricordarsi, per mantenere un Napoli da scudetto (si è a – 2 dalla Juventus), sempre della sua Reggina. Far correre la palla, non gli uomini. Le sue squadre (e lo sosteniamo dal primo giorno che è arrivato a Napoli) sono esplosioni offensive e non aggressioni sbadate.
La partita di Cagliari deve pur aver ricordato qualche altra cosuccia. Si dice che il Napoli soffre senza Cavani. Sì, ammetto lo abbia, ma sono anche convinto che Cavani schiacciato sotto rete riuscirebbe a far poco, per non dire niente. Cavani “fa” nel Napoli perché il Napoli ha un gioco, che gli consente di partire da metà campo e galoppare in spazi liberi.
Il Napoli, adesso, deve dare una sensazione di forza e continuità. Sono questi i problemi che Walter è chiamato a risolvere prontamente: ha tutte le carte in regola per farlo, anche se deve difendersi da troppi che fanno il possibile per confonderlo.
All’uscita dal San Paolo incontrai il team manager Peppe Santoro e il Direttore Sportivo Riccardo Bigon con la sua signora. Eravamo sulla salita che porta all’uscita degli spogliatoi; pronosticai loro la vittoria sia a Stoccolma che a Cagliari, manifestando, ad entrambi, le mie preoccupazioni nelle gare in casa (Torino e Milan ne sono una prova) e quella con il giovane e acerbo Pescara in particolare, proprio perché sono convinto che i problemi alla squadra, al tecnico ed al suo staff sono procurati da questi, pochi, davvero pochi, che tendono a confonderlo, alimentando in questo grandissimo allenatore di calcio (tra i migliori in circolazione!) uno stato di nervosismo inusuale, creando nei rapporti con i media un clima tossico, con barricate facilmente abbattibili.
La scadenza della quindicesima giornata che porta al San Paolo il Pescara, la brillante posizione in classifica, impongono un solo risultato, la vittoria. Il Napoli e Mazzarri sono ad una svolta. Speriamo che sia quella buona.
Nando Troise
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