Il Napoli si rilancia in campionato, lo fa piegando una sua vecchia «bestia nera», il Chievo, e tornando alla vittoria al San Paolo dopo quasi due mesi tondi tondi. La squadra di Mazzarri ha sistemato la pratica in poco più di mezz’ora, si è concessa alcune pause ma ha anche proposto soluzioni che sembravano un po’ uscite dalla sua sintassi calcistica. Molto deve ancora lavorare sul piano della precisione della manovra, ma ieri sera non solo è stata capace di realizzare due gol ma ha anche evitato, per la terza volta consecutiva in questo campionato, di prenderne, per giunta con una reparto improvvisato visto che dei tre titolari Aronica era l’unico sopravvissuto e se Britos da qualche turno viene utilizzato dal primo minuto con una certa sistematicità, Grava era un vero e proprio inedito. Per uno di quei casi strani che caratterizzano, il Napoli del secondo tempo, quello che non ha segnato ma gestito solo il risultato, è apparso a tratti più convincente (soprattutto dal punto di vista dell’autostima, della fiducia nei propri mezzi) di quello del primo tempo che pure aveva messo al sicuro il risultato. Soprattutto i ragazzi di Mazzarri hanno concesso poco al Chievo, hanno limitato al minimo i pericoli e De Sanctis (che pure nella ripresa ha provato a complicarsi l’esistenza con un incomprensibile rinvio con i piedi) è stato sostanzialmente inoperoso, prendendo solo tanto freddo.
Il risultato sbloccato ha eliminato qualche fantasma dalla mente dei napoletani che in campionato al San Paolo erano a secco di vittorie dal lontano 21 dicembre, giorno della famosa goleada contro il Genoa. Peccato che di questa maggiore serenità spirituale non abbia completamente approfittato Inler sempre in guerra con se stesso, in particolare nel primo tempo (nella ripresa il suo rendimento è cresciuto): in difficoltà nei contrasti, lento nel portare il pressing, non molto lucido nel far girare la palla. Insomma, se da un lato Grava, titolare dopo tredici mesi e un doloroso infortunio, dimostrava di poter essere utile in questo finale di stagione, dall’altro lo svizzero deludeva ancora una volta le attese di chi conosce le sue qualità e le apprezza. Ciò non toglie che solo in un caso nel primo tempo (conclusione ravvicinata di Thereau), De Sanctis ha tremato. Dall’altra pate Sorrentino è stato, invece, costretto, per evitare il peggio, ad abbattere Cavani in area per poi farsi superare dall’uruguaiano dal dischetto.
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