De Laurentiis ha detto: “faccio tutto io”. Sono frasi contraddittorie, come del resto è contraddittorio il personaggio, che passa da un umore all’altro. Che salta, in mezzo ai suoi tre sangui zampillanti (romano, torrese e americano), senza sceglierne uno, come sarebbe giusto. Che consuma le sue energie in una furibonda lotta innanzitutto contro se stesso.
C’è poi la difficoltà, sul piano interpretativo, a capire di calcio. O a parlarne ma in maniera sballata e solo in base a dilettevoli esperienze giovanili o culturali di almanacchi, che, si sa, forniscono una cultura statistica, ben diversa da quella vera.
D’altro canto si comincia ad intuire dalle inclinazioni delle sue amicizie da che parte va a parare il buon Aurelio. Martedì tornerà a riunirsi e non credo si prospettino giorni felici per il nostro “pilota”. E alla fine credo proprio che bisognerà incominciare a pensare al minore dei mali, almeno per il momento cioè al mezzo rimescolato. La gente non ha mandato giù il cambio di rotta politica. De Laurentiis esita troppo nelle decisioni da prendere. Ballonzola un po’ di qua e un po’ di là. Sbaglia. Alla fine finisce con lo stancare gli ingenui e se stesso innanzitutto. E poi, via, De Laurentiis, chi chiede chiarimenti; dovrà pur, o prima o dopo, chiarire se stesso. Afferma in Sala Stampa, alla precisa domanda del nostro Carlo Cristarelli: “C’è un gruppo di signori europei che sta con Platini, poi c’è un gruppo di altri, dei quali faccio parte io, che abbiamo le idee chiare su come cambiare il calcio mandiale. Annullando Europa League e Champions League e tenendo presente i nuovi mercati che sono India, Cina e Usa” Come si fa a pensare, don Aurelio, ad un Napoli affidato a quel gruppetto che le gironzola attorno!?
Non si stancano certo quanti sanno veramente di calcio e a galla ci restano sempre. Spiace dover dire queste cose, ma chi le suggerisce?
In una ipotetica scala di valori è da dire comunque che De Laurentiis è largamente al di sopra di tutti i presidenti del Napoli, di ogni tempo. Infatti lui ha sostenuto e bene ha fatto che “Napoli è un gioiello filosofico, un oggetto di culto”.
Frattanto, su qualche terrazzo si stava preparando, lo scellerato trasferimento di Aronica e la strada per un altro movimento. Fideleff, Fernandez e Britos dovranno aspettare. Quell’altro sì che lo è? Il migliore in difesa è Cannavaro!
Sul Napoli notizie spicciole ma importantissime: Gargano torna e ottiene contro il City ed il Milan e quindi spinge Dzemaili ai margini, poi presuppone di sé e manda in gol. E questo è troppo. Hamsik, invece, merita il nostro sostegno. La situazione tecnico – tattica del Napoli è comunque chiara.
Sarà il campionato, come sempre, a chiarire gli equivoci del Napoli. Battuto il Milan, grazie alla bravura, l’organizzazione ed alla determinazione, si fanno avanti il Chievo e la Fiorentina. Le cronache attente (non tutte le cronache lo sono) non hanno esitato a dichiarare ingiusta la sconfitta rimediata a d Udine. I più dicono che i viola meritavano la vittoria. Qualcosa è sembrata tantino forzata. Non forzata è apparso la Fiorentina, almeno fino alla tre quarti di campo. Un grande centrocampo sembra in grado di offrire quest’anno alla Fiorentina e ai vecchi tifosi soddisfazioni nuove e ritempranti.
Il nuovo esame del campionato vale soprattutto per il centrocampo azzurro, zona per adesso non più ambigua e ben interpretata da Inler. Non per Hamsik che si batte con l’animus tipico del cadetto coraggioso e indomito. Non per Lavezzi apparso voglioso e sicuro, ma sempre uomo di lune molteplici e nemmeno per Campagnaro ed Aronica, tra i più onesti del momento
Resta De Sanctis, abbastanza deciso credo a non lasciarsi soffiare la maglia della nazionale dai giovani che avanzano. E per oggi crediamo che basti.
Nando Troise
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