Sull’onda dell’entusiasmo, affinché la stessa possa diventare anche un po’ anomala. Il tutto in effetti si può spiegare così: il tris d’inizio campionato non è già cosa da tutti i giorni, figuriamoci la quaterna. E, proprio l’entusiasmo che al momento circonda e carica tutti gli uomini del Napoli (tifosi compresi), potrebbe diventare la catapulta più efficace per il raggiungimento del quarto centro in altrettante uscite. L’onda giusta che perciò diventerebbe anomala se cavalcata da un Napoli corsaro al Massimino, un Napoli che solo poche volte nella sua storia s’è concesso il lusso di calare il poker, di partire in quarta (nel senso di vittorie consecutive) e, quindi, per quattro giornate crogiolarsi di sicuro sulla vetta della classifica. Bisogna risalire parecchio addietro, ai tempi del Pibe (cinquina nell’87/88) e prima ancora a quelli di un altro Napoli molto divertente. Quello dei Sivori, Altafini, Bianchi e Canè (1966/67).
LA CERTEZZA – Ma, per adesso i “se” restano relegati nel limbo delle ipotesi, alcune certezze campeggiano nell’aria da giorni e oggi troveranno conferma su quel campo che sa un po’ di “macumba” per gli azzurri. Che, alle pendici dell’Etna, hanno trovato piena gloria l’ultima volta dieci anni fa (Catania-Napoli del novembre 2002), ingoiando poi bocconi pressoché amari dal 2008 in poi, anno della “A” ritrovata. Ebbene, questa certezza si chiama difesa. Eccoli allora pronti ad espellere diversi sassolini dagli scarpini. De Sanctis, e poi da destra Campagnaro, Cannavaro ed Aronica. Eccoli dunque di nuovo insieme, come i quattro moschettieri, per provare ad arginare la velocità dei punteros, e al contempo disinnescare le avanzate della retroguardia rossazzurra.
LA BEFFA – Le stesse che nell’ultimo confronto delle due formazioni al San Paolo (25 marzo 2012), servirono una delle beffe più grandi delle ultime stagioni. Cosa che Mazzarri non ha ancora mandato giù (“la partita che l’ha fatto più incavolare in assoluto è stata quella del 2-2 col Catania” parole di Frustalupi). E ricordare infatti fa ancora un po’ male. Due gol negli ultimi 16 minuti, Spolli con la “cabeza” e destro di Lanzafame, per di più entrambi da corner. Pareggio servito e difesa uccellata con processi aperti sino a fine stagione, tanto che i calci piazzati si trasformarono in un vero e proprio incubo per la retroguardia azzurra. E, ad onor del vero, quella volta c’erano proprio loro quattro (Cannavaro aveva sostituito Fernandez al 66°).
IL RISCATTO – In sei mesi però è il caso di dire che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Le certezze sono aumentate di pari passo alla solidità di una difesa con ancora qualche cosa da registrare, ma non più ballerina in certe circostanze. Questo Catania-Napoli è perciò anche un’occasione per ribadirlo. E, di sicuro, loro non si faranno pregare. Parliamoci chiaro, questa è la storica difesa del Napoli, quella che negli ultimi anni ha offerto maggiori garanzie al tecnico, quella che si è fatta valere e rispettare anche in Champions, quella più schierata in assoluto.
I NUMERI – 634 presenze così ripartite: capitan Cannavaro in testa con 243 (7 stagioni più una), a ruota De Sanctis 141 (in 4), Aronica 134 (in 4 e mezza), Campagnaro 116 (in 4). Grandi numeri per ambizioni che non fanno altro che crescere, giorno per giorno, anche e soprattutto dopo la conquista della Coppa Italia. A proposito, nell’indimenticabile notte dell’Olimpico c’erano sempre loro a protezione della porta. Torna titolare a tutti gli effetti Totò Aronica, poiché il nuovo infortunio di Britos ha spento sul nascere il rinnovato ballottaggio fra i due. Il palermitano destinatario di una speciale menzione visto che, solo in un paio di giorni, s’è ripreso dalla distorsione alla caviglia rimediata col Parma (giocando pure in Euroleague). Un ragazzino 34enne scolpito nella roccia. Gli altri non sono da meno: il “pirata” dà la solita sicurezza al reparto, il capitano ha raggiunto i migliori equilibri, Hugo da Cordoba difende ed all’occorrenza diventa inarrestabile sulla fascia. Al Massimino toccherà a loro, ancora una volta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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