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Il napoletano Sardo avverte: «Attenti, il Chievo è un animale ferito»

Il difensore puteolano sarà assente domenica: «La mia squadra deve arrivare a quota 40 il prima possibile»

È la provincia. E Gennaro Sardo, puteolano, 107 presenze con la maglia del Chievo, dove gioca da 4 stagioni, la racconta così. «L’unica volta che ho sentito i miei tifosi insultare un avversario è stato nel 2010: se la presero con Balotelli. Solo dei fischi, però, niente insulti. Domenica, come sempre, ci saranno più tifosi azzurri che clivensi allo stadio».
Un vantaggio per il Napoli?
«Ma no, perché tanto è così ogni volta che viene al Bentegodi una big. Anche contro la Roma lo stadio era giallorosso ma noi non ci siamo mica intimiditi».
Per domenica non recupera, vero?
«Eh no. Il collaterale mi fa male, speravo di farcela perché per me la sfida con gli azzurri è sempre speciale, ha un valore particolare: feci uno dei gol più belli della mia vita al Napoli. Ma anche stringendo i denti, è impossibile».
Il Chievo è squadra tabù per il Napoli?
«Lo sappiamo, non facciamo che scherzarci su negli spogliatoi… l’anno scorso con Pioli siamo stati spietati, ma anche con Di Carlo non abbiamo concesso nulla. La nostra forza? La solidità difensiva».
A proposito, Andreolli poteva vestire l’azzurro?
«Sarebbe stato il colpo giusto: lui nella difesa a tre ricopre più ruoli. Meglio che sia rimasto qui, perché ci dobbiamo ancora salvare».
Non siete messi bene: 1 punto nelle ultime 5 gare. Contestazioni?
«Macché. Questa è un’isola felice, neppure una parolaccia. A volte farebbero persino bene, servirebbero per tenere alta la tensione. Ma il Chievo è il posto più bello dove si possa giocare a calcio».
Chievo è a Verona, però. Non ha mai incontrato neppure uno dell’Hellas che l’abbia apostrofato a malo modo?
«Tipo ”terrone”? Mai. Ma capiterà il prossimo anno, c’è da giurarci. Soprattutto se tornano in serie A e ci sarà il derby».
Il Napoli se vuole vincere lo scudetto deve vincere col Chievo.
«Lo sappiamo bene che per loro è una gara fondamentale. Ma mi spiace, lo è anche per noi: dobbiamo arrivare a 40 punti il prima possibile. E poi se gli azzurri non dovessero vincere il titolo è perché non hanno battuto la Sampdoria e l’Udinese».
Piuttosto sicuro?
«Siamo reduci da una grossa ingiustizia subita a Firenze, siamo arrabbiati. Davvero il Napoli ci incrocia nel momento peggiore». 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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