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Il Milan si sveglia troppo tardi Vince la Lazio: è a -4 dalla Juve

Cinque sconfitte in otto partite. Solo nove gol segnati, con tre soli giocatori, Pazzini, El Shaarawy e De Jong. Numeri impietosi quelli del Milan. La Lazio supera 3-2 i rossoneri all’Olimpico e contribuisce in maniera pesante alla crisi dei rossoneri, già a meno quindici dalla Juventus dopo otto giornate. Come dire che dopo due mesi di stagione lo scudetto è già un sogno. Continua a convincere la Lazio di Petkovic, una squadra con una precisa identità, ben concepita e messa in campo dal tecnico poliglotta. I biancocelesti capitalizzano al massimo le occasioni create e difendono il risultato, concecendo solo qualche occasione a un Milan con un preoccupante deficit di qualità. Che entra davvero in campo solo sullo 0-3. Offrendo buone risposte sul piano del carattere e della compattezza. Quando una squadra allo sbando e senza fiducia nel suo allenatore sarebbe potuta uscire dal campo. Questa, insieme col rientro di Pato, sono le uniche note positive per Allegri. Che, pare inevitabile, da stasera torna sulla graticola.

FUORI I SECONDI — All’assenza di Abbiati nel Milan, si aggiunge quella di Marchetti nella Lazio dopo il riscaldamento. Così in porta giocano Amelia e Bizzarri. E non sarà la stessa cosa. La Lazio è schierata col consueto 4-5-1, con Klose riferimento centrale davanti a un centrocampo folto e ben assortito. La qualità di Hernanes, il dinamismo e gli inserimenti di Mauri e Candreva, la regìa di Ledesma e il dinamismo di Gonzalez, giocatore troppo spesso sottovalutato. La linea difensiva è quella titolare, con Konko-Biava-Dias e Lulic.

PIU’ QUALITA’ — Il Milan è in difficoltà soprattutto in mezzo al campo. Allegri, contro una mediana densa, sceglie saggiamente il 4-3-1-2. Ma nel reparto i rossoneri hanno davvero poco: Montolivo non incide, De Jong non ha piedi e visione di gioco per fare il regista arretrato, Nocerino e Boateng sembrano due giocatori diversi rispetto all’anno scorso. In peggio ovviamente. Il Boa è quasi irritante per come si estranea, il mediano sembra tornato il giocatore che la Juve del post-calciopoli bocciò. Non è un caso che i primi giocatori ad essere sostutuiti siano loro.

EPISODI — Va anche detto al Milan gira tutto male. Dopo 25′ piuttosto equilibrati, è una deviazione di Bonera a rendere imprendibile il sinistro di Hernanes. Non passa neppure un minuto ed El Shaarawy, il più vivace, supera Bizzarri in uscita col sinistro, ma l’urlo è strozzato dal gran salvataggio di Dias. Concede poco la Lazio, nonostante un paio di sfondamenti a sinistra di Antonini. E va addirittura al riposo sul doppio vantaggio. Candreva recupera palla, avanza e fa partire il gran destro dal limite. Traiettoria velenosa, ma Amelia ci mette del suo.

DISASTRO — Allegri riparte con Emanuelson per Boateng e il 4-4-2. Neanche il tempo di capire che l’olandese, partendo da destra, sembra in serata, e la Lazio triplica. Candreva crossa per Klose, Bonera fa un movimento inspiegabile verso la palla e di fatto lascia libero Klose di colpire col piatto destro. Bambola rossonera.

COL PAPERO — Al 6′ Allegri butta dentro Pato, che torna in campionato dopo quel famoso Milan-Juve del 25 febbraio. Quello del gol-fantasma di Muntari. I cambi incidono in qualche modo. Arrivano un paio di cross e finalmente Pazzini può offrire un segno della sua presenza. Nigel De Jong, tra i peggiori, trova sottomisura il gol della speranza sulla punizione tagliata di Emanuelson. La Lazio, con mauri e Gonzalez sostituiti, gestisce abbastanza bene il possesso di palla. E’un MIlan comunque più dinamico. Più vivo. Al 34′ El Shaarawy rientra su Konko e calcia di destro, sorprendendo un Bizzarri non perfetto.

TUTTI AVANTI — E’ un finale inatteso. La Lazio, calata fisicamente, si difende sugli attacchi rossoneri. Mai troppo lucidi: Bizzarri non deve più intervenire dopo aver incassato il secondo gol. El Shaarawy è l’ultimo a mollare, ma non basta. Lazio a meno quattro dalla Juventus tritatutto. Quanto al Milan, urge fare risultato a Malaga. E non solo perché la Champions è ormai il primo obiettivo.

 

La Redazione

G.D.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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