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Il Milan di Allegri si ferma di fronte ad un Napoli orgoglioso

Gli azzurri hanno sfiorato la vittoria ma è mancato l'acuto vincente

Ha deciso Ibrahimovic. Ancora una volta, ma non come tutte le altre volte. Ha deciso a favore del Napoli, estraendo dal suo repertorio uno di quei colpi che lo hanno reso famoso alla rovescia: il pugno (o schiaffo, in questa occasione) all’avversario, a palla lontana o (come ieri) a gioco fermo. Lo schiaffone l’ha preso Aronica, che non ha fatto nessuna scena e l’ha restituito prontamente, anche se con meno violenza e all’avversario sbagliato (Nocerino). Un attimo prima il difensore del Napoli aveva messo un braccio quasi al collo di Nocerino (non era propriamente una gomitata) e forse per questo a Ibra è partita la brocca. Tuttavia non sarebbe successo niente se Cariolato, il secondo guardalinee della terna, non si fosse accorto di tutto (o quasi tutto: non ha visto la replica di Aronica) e se De Sanctis quasi non avesse costretto Rizzoli (immolandosi in un’ammonizione quando, con gli occhi spiritati, è scattato verso l’assistente per avere giustizia) a chiedere lumi al suo collaboratore. Probabilmente Cariolato avrebbe parlato lo stesso con l’arbitro, ma la storia è andata così, con Nocerino nella parte del grande beffato: ha preso il braccio di Aronica sul collo, lo scappellotto dal medesimo ed è rimasto senza compagno. Lui che è napoletano si sarà sentito cornuto e mazziato.

 

POCO LAVEZZI – Rosso a Ibra il giustiziere al 19′ del secondo tempo, mentre il Milan stava esprimendo il massimo nella partita, dopo aver spinto il Napoli molto indietro e avergli tolto la possibilità di ripartire come invece era avvenuto in una parte del primo tempo. I campioni d’Italia avevano sbagliato un gol col più grande mangia-gol degli ultimi vent’anni, Robinho, messo davanti alla porta da un assist di Ibrahimovic che, dopo l’incredibile errore, l’ha fulminato con uno sguardo minaccioso, una specie di annuncio del suo successivo tumulto. Poi lo stesso svedese aveva piazzato un tiro vicino al palo, deviato in angolo da De Sanctis con un gran balzo.

Liberato dalla presenza di Gulliver-Ibra, il Napoli avrebbe dovuto cambiare strategia, uscire dalle difficoltà in cui era stato spinto dal Milan, liberare l’estro di Lavezzi e sostenere di più Cavani. Ma proprio i due fenomeni hanno fallito la svolta. L’argentino si è visto in una sola occasione, quando ha messo sulla testa dell’uruguayano il pallone più pericoloso della partita del Napoli. Ma anche Cavani era fuori partita: quell’errore di testa non è da lui. Non c’è stato il rilancio che tutti si aspettavano, neppure sul piano dinamico. Era come se la squadra di Mazzarri, ora meno preoccupata, fosse già soddisfatta di arrivare in fondo senza altri pericoli.

 

ESPULSO ALLEGRI – C’era tensione in campo e nelle panchine. Mazzarri ha cercato di spostare l’equilibrio sbagliato della partita del Napoli inserendo Pandev al posto di Aronica e passando al 4-4-2 col macedone esterno destro, ma solo al 36′, un quarto d’ora dopo l’espulsione di Ibrahimovic. Allegri ha tolto l’impreciso Seedorf (fischiato di nuovo da San Siro) per far entrare Ambrosini e poi ha chiuso con Maxi Lopez al posto di Robinho. Per una rimessa laterale che il guardalinee Preti aveva assegnato al Napoli prima che Rizzoli cambiasse la decisione, Allegri è schizzato dalla panchina infuriato con Preti ed è stato espulso. Nel Milan, nervi a fior di pelle.

 

POSSESSO E RIPARTENZE – Nella prima partita, in attesa della follia di Ibrahimovic, il corso del gioco aveva seguito la linea più attesa: il Milan controllava la manovra e la palla, il Napoli aspettava e ripartiva. Ma era imperfetto sia il possesso palla del Milan (lento, scontato, senza spunti di nessun tipo), sia il contropiede del Napoli (senza il guizzo di Lavezzi e l’incisività di Cavani, non creava pericoli). Il Milan ha protestato per un intervento, assai rischioso, di Gargano su Robinho in area napoletana. Ma è stata in quell’ora la partita dei tattici, di Van Bommel da una parte e di Dzemaili dall’altra. L’olandese ha diretto la squadra, l’ha protetta montando la guardia all’incrocio di gioco del Napoli, l’ha sostenuta anche con un buon ritmo; Dzemaili invece è stato molto attento agli inserimenti di Nocerino, che infatti non si è mai catapultato in area napoletana, come fa di solito.

 

SENZA QUALITA’ – E’ mancata da una parte e dall’altra. Se alla fine i peggiori in campo sono i giocatori più tecnici, Seedorf, Robinho e Ibrahimovic di qua, Lavezzi e Cavani di là, è difficile pensare a una partita spettacolo. E alla fine i rimpianti hanno preso il sopravvento su tutto. Il Milan ha perso l’occasione di sorpassare la Juve, frenata in casa dal Siena, mentre il Napoli ha buttato via mezz’ora con un uomo in più a San Siro. Quando gli capiterà di nuovo? Tutt’e due possono fare di più e meglio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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