Perde il Napoli in Portogallo e complica il cammino in Europa. Tutto concentrato nel secondo tempo lo sforzo azzurro, ma proprio nel momento migliore è arrivato il gol decisivo di Martinez. Il ritorno al San Paolo sarà impegnativo, occorreranno due gol di scarto per centrare i quarti nei tempi regolamentari.
UN MATCH ROCAMBOLESCO – Il calcio, ogni tanto, ricorda al suo pubblico cosa c’è di bello in questo sport: l’imprevedibilità. Il paradosso di Porto-Napoli è stato vedere Jackson Martinez (proprio lui, in estate accostato al progetto di Benitez) segnare il gol-partita nel momento in cui gli ospiti si erano ritrovati e stavano sfiorando il colpaccio, mentre il primo tempo si era chiuso sullo 0-0 nonostante un evidente predominio dei padroni di casa contro un Napoli piuttosto remissivo. Eppure, fra il 45′ e il 55′ il Napoli aveva sfiorato per ben tre volte di fila il ghiotto bersaglio del gol in trasferta, ma la dura legge del gol sbagliato, gol subito è tornata prepotentemente in vigore e si è tramutata in beffa. Incredibile come la versione peggiore della squadra azzurra abbia resistito per un tempo all’arrembaggio monotematico del Porto, prima del crollo degli argini in una fase in cui l’occasione per sbancare Oporto si era materializzata eccome. Questo il sunto di una gara che ha vissuto fasi alterne e, di fatto, ha visto un Napoli giocare solo quarantacinque minuti, come spesso ultimamente per i numerosi impegni, e perdere proprio quando avrebbe meritato di vincere.
NAPOLI OPERAIO E TIMIDO – In fase preparatoria, le scelte tattiche di Benitez non hanno convinto del tutto: dichiarata l’intenzione di concentrare il grosso delle energie sul ritorno in casa, la formazione schierata in Portogallo è scesa in campo con un baricentro vistosamente arretrato e un centrocampo fatto di soli incontristi, sacrificando così il tasso tecnico (i “piedi buoni”) e l’efficacia della costruzione di gioco nelle zone connettive fra reparto arretrato e attacco. Il supporto di Hamšík, lasciato a pressare alto con Higuaìn, mancava nel nucleo della manovra, perché lo slovacco non si abbassava a chiamare palla; Callejòn e Insigne ripiegavano, su richiamo di Benitez, a contenere Alex Sandro e Danilo, per formare un 4-4-2 molto abbottonato dietro la linea del pallone.
PORTO PADRONE – Senza perder tempo, il Porto ha guadagnato campo e fiducia, e all’11’ Martinez ha subito chiamato Reina all’intervento stellare, mentre al 19′ Carlos Eduardo, sfruttando un cross dello stesso Martinez, si è visto annullare per fuorigioco una rete regolare. Il Napoli, un po’ in confusione, ha faticato a uscire, paralizzato dall’errore di tenere troppo bassi i due esterni e troppo alto Hamšík. Così, l’unica soluzione rimasta è stata quella di frettolosi lanci lunghi, troppo spesso nel vuoto, a restituire in dono la palla ai portoghesi. Negli ultimi 10′ della prima frazione, gli azzurri hanno ritrovato piglio e possesso, e con pazienza si sono costruiti qualche occasione, ma le imperfezioni del trio alle spalle di Higuaìn, con Hamšík spento e Insigne e Callejòn imprecisi, hanno precluso esiti positivi. Un po’ a sorpresa e immeritatamente il Napoli è riuscito a contenere il Porto per un tempo e a raggiungere l’intervallo sullo 0-0, in verità dopo aver anche sciupato, per poca convinzione, diversi svarioni commessi dai portoghesi nella loro metà campo.
RIPRESA BEFFARDA – Al rientro, il Napoli è sembrato subito più spigliato e dinamico, più alto e più voglioso di giocarsela. È bastato poco a invertire la corrente, perché in dieci minuti Higuaìn è riuscito a fallire due limpide palle-gol, in mezzo alle quali anche una terza è capitata da corner sulla testa di Albiol. In tutte e tre le circostanze Helton ha respinto a fatica le conclusioni azzurre, ma le carambole non hanno visto la fortuna sorridere alla squadra di Benitez. La beffa si è completata poco dopo, quando il Porto, al termine di un’azione un po’ caotica e favorevole nei rimpalli, e proprio nel momento migliore degli ospiti, si è affacciato di nuovo dalle parti di Reina e la palla è rotolata fra i piedi di Jackson Martinez, bravo a calciare di prima nell’angolino e insaccare la rete del vantaggio. Tradotto: il Napoli, che aveva inchiodato fortunosamente lo 0-0 giocando male a calcio, ha preso gol proprio quando era riuscito a crescere e imporsi. Si diceva, il bello del calcio.
MEZZO NAPOLI NON BASTA – Un peccato, perché la tattica di Benitez non è stata quella di giocare un’andata contenitiva e un ritorno da tutto per tutto, bensì quella di giocare un primo tempo d’attesa e una ripresa di spinta, per sorprendere il Porto (dopo averlo indotto ad aprirsi) grazie a un primo tempo sornione. Di mezzo ci si è messa, però, la cattiva sorte, che non ha premiato questa strategia (utile anche a risparmiare energie atletiche), e dopo il vantaggio dei padroni di casa la tattica è dovuta necessariamente cambiare. Callejòn e Insigne, invertiti di lato, sono rimasti più alti, frenando i rispettivi dirimpettai e facendo in tal modo il loro vero lavoro. Ma Lorenzo è rimasto impreciso ed evanescente, mentre Callejòn ha confermato la recente scarsa vena in fase offensiva (gol alla Roma a parte) facendosi preferire per la disciplina in copertura. Nell’ultima parte di gara, gli errori nei disimpegni del Porto sono aumentati, ma anche le occasioni di approfittarne fallite dal Napoli. Benitez si è trovato di nuovo nella posizione scomoda di dover sostituire Hamšík e più tardi ha tolto anche Callejòn: due cambi meritati e comprensibili, meno condivisibile quello Higuaìn-Zapata, con il colombiano capace di ripetere al 90′ l’errore in scivolata di Livorno, dopo due clamorosi salvataggi quasi sulla linea di Britos e Maicon. Non c’è stato più modo, per il Napoli, di acciuffare un prezioso pareggio, e alla fine la scelta di un primo tempo rinunciatario è costata cara. Ci sono rimpianti azzurri per le possibilità sprecate ad inizio ripresa, ma anche il Porto ripenserà a varie parate di Reina, a un gol regolare annullato e a un palo clamoroso. Un solo gol del Napoli avrebbe cambiato molti equilibri in vista del ritorno, mentre così la situazione si complica e impone ai partenopei una vittoria con due gol di scarto al San Paolo, per la certezza di passare il turno nei tempi regolamentari.
Lorenzo Licciardi
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro