Ormai è una costante: le squadre di Mazzarri rifioriscono con l’arrivo della primavera. O meglio, acquistano brillantezza, riescono a mettere insieme una serie di risultati positivi, si esprimono con maggiore disinvoltura. Sarà il programma della preparazione atletica; sarà il cambiamento di clima; saranno anche la mancanza di impegni internazionali, sta di fatto che tra marzo ed aprile il Napoli negli anni precedenti è riuscito ad ottenere una buona spinta per chiudere il campionato nelle prime posizioni di classifica. Sono quattro anni ormai, da quando Mazzarri è balzato sulla panchina azzurra che la squadra chiude la stagione nelle prime posizioni ed è in lotta per qualcosa di importante. Solo in ambito europeo, la squadra è venuta meno quando c’era da superare il primo turno di qualificazione dopo la fase a gironi. In Europa League, come in Champions. Ha praticamente toppato sia con il Villarreal la prima volta che con il Chelsea successivamente, anche se uscendo a testa più che alta. Sarà difficile anche quest’anno invertire la rotta dopo il pesante tre a zero dell’andata con il Viktoria Plzen. Evidentemente il Napoli non ha ancora un organico tale da poter ben figurare in due competizioni contemporaneamente. E checché ne dica Mazzarri, il miglioramento qualitativo nei doppi ruoli non ha sortito effetto almeno per quanto riguarda l’Europa League dove peraltro non è stato possibile impiegare Armero, né utilizzare Radosevic, due degli acquisti del mercato invernale.
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