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Il mese di gennaio è stato prolifico per Cavani a livello realizzativo

Con 52 reti ha agganciato Jeppson

Piede caldo e cuore d’oro, El Matador. Un gol a Marassi e un regalo senza eguali a quel ragazzo che nel ritiro genovese degli azzurri s’era sciolto in lacrime quando l’aveva abbracciato domenica mattina. Il desiderio, esaudito, di stare assieme al suo campione. Lui, giovane dal cuore fragile e insicuro, tifoso genoano eppure innamorato perso di Cavani. L’incontro, la commozione anche de El Matador, poi, di sera, la partita.

SI FA STORIA – Non fortunata per gli azzurri, ma che ha scritto comunque un pezzo di storia per il bomber venuto da lontano. Perché dopo una stagione e mezzo ha già raggiunto Jeppson nella classifica dei bomber napoletani d’ogni tempo. Cinquantadue centri tra campionati e coppe. Proprio come il vecchio campione svedese che lo segue con simpatia e con ammirazione. Ma non s’accontenta l’attaccante di Mazzarri, questo è certo. Guarda avanti, Cavani. Al futuro prossimo e a quello un po’ più in là. Prossimo traguardo personale? Facile: mettere la freccia e affiancare e superare Hamsik, il re del gol azzurro in attività con 55 centri, seppure messi assieme in quattro stagioni e mezzo. Appena a tre lunghezze, dunque, Marek, il quale s’è già rassegnato a cedergli il passo e anche lo scettro.
OBIETTIVI – E poi? E poi nel mirino del Matador, un obiettivo ancora più ambizioso. Anzi, due: Vinicio e Canè, altri due miti della storia azzurra, tutti e due a quota 70 in quella lista d’ogni tempo che vede Maradona al primo posto (115). E’ vero, segnare altri diciotto gol di qui alla fine non è poca cosa, tutt’altro, ma i numeri sono dalla parte di Cavani, che in quanto a mira buona viaggia addirittura ad una media migliore, anche se di poco, della stagione scorsa: 43, infatti, le reti complessive dell’ultima stagione e già 19 quelle di quest’anno. Le medie: 0,70 gol a partita quella della sua prima, felicissima avventura in maglia azzurra; 0,73 quella di questa prima mezza stagione, che intanto vanta pure un gol in più e che può contare ancora su tre fronti: campionato, coppa Italia e Champions.  Insomma, credere e sperare in un nuovo record personale e, di conseguenza, insidiare anche le posizioni di Vinicio e di Cané non è una spacconata. Può farcela, Cavani. Nell’interesse suo e, si capisce, anche della squadra che, lanciata in coppa Italia e fantastica in Europa, non vuole rassegnarsi a un ruolo di seconda o terza fila in campionato.
MESE D’ORO – E c’è dell’altro. C’è che Cavani oggi è ispirato come non lo è stato mai nella sua carriera di castigatore di portieri. Perché lui col freddo s’esalta. E’ amico del generale Inverno, El Matador. Non per nulla è gennaio il suo mese d’oro, il suo mese fortunato. Sei, infatti, i gol messi a segno nel mese che s’è appena chiuso: tre in campionato e altrettanti in coppa Italia e sette un anno fa: quando riuscì a rifilare triplette sia alla Juve che alla Samp.  E a febbraio come se la cava il bomber nato a Salto, là dove l’Uruguay quasi si mischia all’Argentina? Ecco, questa è un’altra sfida per Cavani. Perché a febbraio non s’è mai troppo esaltato. “Solo” tre gol, infatti, con la maglia azzurra un anno fa. Ma vuol rimediare, El Matador. E può farlo, perché l’agenda del Napoli è fitta d’appuntamenti in questo mese: sette partite da oggi al 26. Più o meno una ogni tre giorni. E ce n’è per tutti i gusti: cinque, infatti, i match di campionato a cominciare da questo d’oggi col Cesena, uno di Coppa Italia con il Siena, poi quello di Champions in casa con il Chelsea. Sette partite. Sette fantastiche occasioni per nuovi traguardi personali, ma, soprattutto, per rendere ancora più vibrante e appassionante il percorso della squadra. Soprattutto quello in coppa Italia e in Champions. Insomma, con Cavani che dopo la mezza giornata di riposo genovese torna in dal primo minuto, il Napoli ricomincia la sua caccia ai gol e alle vittorie. Perché due punti nelle ultime tre di campionato sono davvero un misero bottino. Troppo misero per una squadra che al centro del suo attacco ha un tipo che si chiama El Matador.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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