Un’altra volta: come l’anno scorso, ma va, e sembra quasi che il destino si diverta, giochicchiando sulle fasce, entrando in tackle sul Napoli. E di nuovo: proprio allo stesso modo dell’autunno del 2013, un segnale o semplicemente una noiosissima coincidenza, però Zuniga è fuori – e chissà quando rientrerà – e a Ghoulam sono toccate sei gare consecutive, perché intanto s’è fermato (per una sera) Britos e l’alternanza è andata a farsi benedire. Però non c’è verso di sfidare la sorte, partita persa: e comunque qualcosa bisognerà fare dovendo fronteggiare il tour de force che potrebbe «stritolare» i muscoli non solo tra novembre e dicembre, dopo la sosta attuale, ma anche in gennaio e febbraio, quando ci saranno anche la Coppa Italia e magari l’Europa League.
LA SPAGNA . E’ (calcisticamente) l’epicentro dei pensieri, ma poi c’è altro ovviamente: però Benitez ha una conoscenza diretta, quella che l’ha portato a scovare David Lopez, ed ha amici nella Penisola Iberica che possono aiutare a capire come butta il vento. L’esterno basso rischia di diventare una priorità, dipenderà (molto) dalla decisioni che arriveranno sulla Coppa d’Africa: se si giocherà, servirà rimediare un laterale sinistro, avendo Ghoulam impegni a partire sin dalle vacanze natalizie; altrimenti, come potrebbe accadere, avendo l’algerino e Britos come alternativa per il turn-over, resterà indispensabile reclutare un uomo a destra. E Alvaro Arbeloa (32 a gennaio) non ha l’identikit ideale, per certi parametri, ma ha una carriera alle spalle e la possibilità di garantire almeno un biennio di qualità, che potrebbero spostare l’analisi e indurre il Napoli ad aspettarlo. In quel caso, se ne dovrà parlare con il Real Madrid e con il calciatore, capire quali siano i margini per un accordo amicale tra club e quanti quelli per un contratto onorevole per le parti. Arbeloa resta una tentazione forte, soprattutto per ciò che conosce del calcio di Benitez (tutto, avendoci giocato nel Liverpool); poi anche per la sua statura, cresciuta su livelli onirici nel Real Madrid, dove però ha spazi che si vanno sempre più assottigliando. L’ideale, nella politica prospettica del Napoli, resta Ricardo Van Rhijn (23), un poliedrico interprete del ruolo che si è formato alla scuola dell’Ajax, che il Napoli sta seguendo da un annetto circa, che ha ciò che serve: una corsa fluida, un’età in linea con la politica, un ingaggio abbordabile e però ha anche un costo. Ma questo è relativo, perché De Laurentiis preferisce investire su calciatori che assicurano avvenire alla società.
INTERROGATIVI. L’ultimo Maggio, quello di Firenze ad esempio, ha offerto risposte non solo esaurienti ma anche esaltanti: partita di contenuto tecnico, tattico ed agonistico; il contratto gli va in scadenza nel prossimo giugno e quindi, nel caso di mancato rinnovo, bisognerà dotarsi di un omologo. Ha altri sette-otto mesi da Napoli anche Mesto, che ha riscontrato meno opportunità ma che si fa trovare sempre pronto: però anche lui come Maggio deve specchiarsi nella carta d’identità (33 tra un po’) e quindi sembra inevitabile che sulla corsia di destra ci sia un viavai di ipotesi. Il resto lo deciderà la Coppa d’Africa.
Fonte: Corriere dello Sport
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