«Quando ho preso il Napoli aveva fatto meno punti della mia Reggina che partiva da -15. Ho fatto un miracolo sportivo ed economico che lascio in eredità a Benitez che può fare ancora meglio». E meno male che non voleva polemizzare con la società azzurra, Walter Mazzarri. Che nella sua prima conferenza stampa a Pinzolo, sede del ritiro dell’Inter, rivendica con orgoglio quanto fatto, rinfacciandolo a De Laurentiis & co. Con qualche altra frecciatina scagliata qua e là, come quando parla della struttura in cui i nerazzurri si preparano al campionato.
«Non voglio parlare del Napoli» esordisce il neo-tecnico dell’Inter. E poi per 10 minuti si sfoga: «A Napoli ho parlato con i fatti. Ho preso una squadra sest’ultima, abbiamo fatto 15 risultati utili, siamo arrivati subito in Europa League». Inutile obiettare che Walter aveva a disposizione Lavezzi, Hamsik e poi Cavani. «Erano giovani – sottolinea l’allenatore – c’è stato un miglioramento incredibile: questi giocatori sono diventati top player grazie al nostro lavoro. Quando è arrivato Cavani, considerato un attaccante di media fascia dal Palermo, tutti storcevano il naso perché era andato via Quagliarella, poi Cavani è diventato Cavani, in termini economici e di valorizzazione».
Finita qui? Ma no. Mazzarri ancora si imbroglia sui nomi dei suoi nuovi calciatori, ma sul Napoli non dimentica proprio nulla: «Se poi consideriamo che abbiamo fatto coincidere anche il bilancio con i risultati sportivi, che nella storia del Napoli sono stati migliori solo nell’era Maradona, penso che sia stato un piccolo miracolo sportivo. In più ho lasciato tutto questo in eredità a Benitez, un ottimo allenatore – giusto per lasciare tranquillo il nuovo tecnico azzurro – che può fare ancora meglio. Questi sono i fatti, il resto è aria fritta».
Mazzarri rivendica a se il merito anche dell’esplosione di Cavani. Così, sempre parlando di Inter, e sempre senza volere parlare del Napoli, spiega: «I grandi giocatori ci vogliono per prevalere nelle partite, ma ci vuole una squadra che lavora per il giocatore stesso. Insistevo con questo concetto anche in riferimento a Cavani: Edinson è un grande giocatore, cresciuto, migliorato, ma aveva una squadra dietro tanto che la media realizzativa con il Napoli era di molto superiore a quella della Nazionale uruguaiana».
Ultimo spunto «napoletano» quello relativo a Zuniga: «È una delle mie scommesse vinte a Napoli. Zuniga è venuto dal Siena quando lo mettevo in campo lo fischiava tutto lo stadio, dicevano che non era un giocatore da Napoli. È diventato uno dei migliori esterni d’Europa e ne sono orgoglioso»
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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