C’è un filo che lega Milan e Chievo, almeno vedendo rossoneri e gialloblu dall’angolazione napoletana. Sono le uniche squadre ad aver sottratto agli azzurri sei punti su sei nello scorso campionato. Risultati singolari per la squadra di un quartiere di Verona, allenata nella scorsa stagione da Pioli, il tecnico licenziato dal Palermo prima del via: Zamparini ha deciso dopo la disastrosa prestazione in un’amichevole al San Paolo. Guarda i casi della vita.
Mazzarri ha infranto tanti tabù da quando è alla guida del Napoli, a cominciare dalle vittorie in trasferta. Prova stasera a cancellare questo, minimo solo in apparenza perché, come spesso il tecnico ricorda, anche contro le squadre piccole si conquistano punti pesanti. Stasera, di fronte a Mazzarri, c’è Di Carlo, costretto a rinunciare al bomber Pellissier, nel mirino del Napoli due anni fa prima che venisse acquistato Quagliarella. Il tecnico, a caccia della centesima vittoria in carriera, ha avvisato il suo Chievo:
«Serve personalità contro una grande come il Napoli: guai a quelli a cui tremeranno le gambe».
L’ex centrocampista, capitano del Vicenza che sconfisse il Napoli nella finale della coppa Italia ’97, cerca la terza impresa dopo quelle firmate nella scorsa stagione dai gialloblu, entrambe in turni infrasettimanali. Il 22 settembre 2010 il Chievo vinse per 3-1 a Fuorigrotta. Azzurri in vantaggio con un colpo di testa di Cannavaro al 9′, poi in campo vi furono solo gli avversari. Pellissier, Fernandes, ancora l’attaccante, favorito da un errore di Cannavaro. I 46mila spettatori presenti, spinti al San Paolo dalla vittoria in rimonta sulla Samp, fischiarono mentre Mazzarri attaccò l’arbitro Giannoccaro per alcune errate valutazioni. Il 2 febbraio scorso il ko al Bentegodi. Assente Lavezzi per squalifica (stasera, invece, Pocho a riposo in ossequio al turnover), Cavani non fece il Matador e il Chievo vinse per 2-0, reti firmate da Moscardelli e Sardo, il terzino di Pozzuoli. Neanche un tiro verso la porta di Sorrentino, quella notte in panchina Mazzarri indossò il cappotto, altro che camicia bianca portafortuna: il Napoli lo raggelò.
«Questa è stata la peggiore partita della mia gestione»,
spiegò l’allenatore, che tre mesi dopo avrebbe festeggiato la storica qualificaziopne in Champions League. L’allenatore ricorda bene quei 180′ e non vorrebbe vivere stasera un altro incubo veronese
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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