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Il Mattino – Vergogna razzista contro i napoletani: da Udine a Torino, la storia continua

Il presidente della FIGC Gravina: "Azione di contrasto contro gli incivili, subito interpellati i vertici arbitrali"

L’edizione odierna del quotidiano “Il Mattino” evidenzia l’attenzione sull’assurdo comportamento antisportivo avuto ieri da parte del pubblico della Dacia Arena in occasione di Udinese-Roma, inneggiando i soliti beceri cori razzisti nei confronti del popolo napoletano:

“La campagna lanciata da Ancelotti prima della sosta e proseguita con forza durante lo stop del campionato ha trovato immediato riscontro. Contro i cori razzisti e discriminatori, il tecnico del Napoli aveva invocato una presa di posizione forte da parte di tutte le componenti, squadre, arbitri e tifoserie. La risposta è stata repentina, in pratica è come se fosse arrivata sei minuti dopo aver lanciato l’urlo di denuncia. La prima partita era quella di ieri pomeriggio, ore 15 a Udine: l’inizio del primo tempo è stato squarciato dall’improvviso ed energico gemellaggio delle due tifoserie contro Napoli.  Così veemente da richiedere una presa di posizione, in teoria abbastanza dura, da parte delle massime cariche calcistiche. Il presidente della Figc, Gravina, ha ribadito in un comunicato la volontà delle istituzioni a intervenire in fretta: «Il ripetersi di cori con evidente riferimento alla discriminazione territoriale negli stadi italiani è un comportamento incivile che va condannato e contrastato con determinazione. Bisogna intensificare i programmi educativi che coinvolgono i tifosi e applicare rigorosamente le norme previste dal nostro ordinamento». Il numero uno del calcio italiano auspica anche la collaborazione degli arbitri nei casi in cui si debba metter mano alla sospensione di una gara: «Ho sentito sia il presidente dell’Aia Nicchi che il designatore Rizzoli con i quali abbiamo condiviso tutte le valutazioni del caso». Uniti nell’inneggiare al Vesuvio («Lavali con il fuoco»), abitanti della curva bianconera e di quella giallorossa hanno espresso pieno dissenso nei confronti dell’sos firmato da Ancelotti. Cori urlati e non sussurrati, durati il tempo sufficiente per non passare inosservati: evidenziati addirittura dal Brasile, dove la stampa locale ha twittato stupore per un atto così incivile. Che non ha sconvolto più di tanto Fabbri di Ravenna, forse convinto di non intervenire perché il Napoli non era in campo. Risuonano più che mai attuali le dichiarazioni rese due giorni fa da Gianluca Ciotti, avvocato dell’arbitro Gavillucci: «È stato l’unico a sospendere un match per cori discriminatori (durante Sampdoria-Napoli) e come premio è stato dismesso in anticipo dalla serie A». L’arbitro Fabbri ha lasciato il segno nel secondo tempo, quando la gara si è vivacizzata dopo il vantaggio di De Paul, guizzo di gran classe decisivo tra gli sbadati difensori giallorossi: 1-0 per i friulani il risultato finale e poteva scapparci il bis se Fabbri, dopo aver convalidato la rete di Pussetto, non avesse ascoltato il Var: è tornato sui propri passi annullando il raddoppio. Sconforto evidente in Di Francesco, l’allenatore non ha usato giri di parole per condannare la prestazione scialba della Roma: »Sono avvelenato, la squadra gioca senza cattiveria». l testimone lanciato da Udine è stato prontamente raccolto dallo Stadium di Torino, dove la Juventus ha avuto vita facile nel battere la Spal (2-0): si pensava che potesse servire da ammonimento la lezione dell’altra volta (curva squalificata) per far ammutolire gli ultrà bianconeri. Niente da fare, cambia il ritornello ma non la sostanza: «Napoli usa il sapone» è stato lo slogan preso a prestito dai tifosi della Juventus, che si sono nascosti per trenta minuti dietro il timido incitamento alla squadra. Dopo che Ronaldo ha sbloccato la partita, sono usciti allo scoperto trovando la solita valvola di sfogo, triste alternativa all’incoraggiamento vero e proprio. Raddoppio comodo di Mandzukic in un secondo tempo dove più che il nono gol in campionato di CR7, fa notizia la rete che il portoghese si divora a porta vuota […]”

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