Il gioco si fa serio, la supersfida con la Juventus si recupera martedì 29 novembre, alle 20.45. Come voleva il club bianconero fin dal primo momento. E come non voleva il Napoli, che avrebbe preferito giocare dopo essersi messo alle spalle il girone di Champions. Sette gare in 22 giorni (che diventano nove in 28 per chi va nazionale questa settimana): un tour de force irto di insidie che comincia sabato 19 con la capolista Lazio e che poi prosegue tre giorni dopo, con la squadra di Mazzarri a giocarsi il tutto per tutto in Champions con il Manchester City.
Il club azzurro, rappresentato dal dg Fassone, ha trovato in Lega un clima freddo: a Beretta e a molti altri presidenti di serie A non è andato giù soprattutto che il club azzurro non abbia informato i dirigenti della Lega del vertice mattutino convocato dal prefetto di Napoli. «Del rinvio abbiamo saputo dalla tv». E poco importa che persino la massima autorità sportiva, il presidente del Coni Gianni Petrucci, poche ore prima, aveva giudicato la decisione del prefetto «saggia, logica e giusta». Sia pur con un piccolo inciso: «Potevano avvisare anche la Lega Calcio e l’altra società». Un modo per portare un po’ di serenità soprattutto sotto la Mole. Ma così non è stato. Tutt’altro.
Il Napoli si è trovato molti contro, da Lotito a Lo Monaco, da Preziosi a Ghirardi. Tutti a puntare l’indice su quella mancata telefonata alla Lega. A gettare altra benzina sul fuoco ci ha pensato, per la verità fin dal pomeriggio di domenica, l’ad della Juve Giuseppe Marotta. Che durante l’assemblea ha sottolineato come «a Napoli ci fossero tutte le condizioni per giocare». Non ci sono solo le foto dei giornali-amici, ma anche un dossier che la Juve ha portato con sé per documentare le condizioni climatiche «tutt’altro che proibitive». Da qui le schermaglie con la società azzurra che, al contrario, ha mostrato l’allarme meteo della Protezione Civile, spiegando che molti degli uomini e dei mezzi che avrebbero dovuto garantire l’ordine pubblico e la sicurezza del San Paolo erano impegnati a fronteggiare l’emergenza-maltempo.
Il gelo nei rapporti tra i due club non ha consentito, contrariamente a Genoa e Inter che si sono accordati amichevolmente per recuperare la loro partita martedì 13 dicembre, di trovare un’intesa gradita a entrambe. Soprattutto perché la Juve, che comunque sarebbe potuta andare incontro alle esigenze del Napoli impegnato in Europa, non ha voluto saperne, risentita e piccata con il club azzurro. Chiamatela pure «vendetta». E Maurizio Beretta, presidente di Lega, lo fa intendere: «Non c’era intesa, in questi casi la decisione spetta a noi: si sondano le parti, si cerca il miglior punto di incontro, altrimenti si procede come da regolamento». Ovvero quello che invocava la Juve: la prima data utile. Che poteva essere mercoledì 30 novembre ma di pomeriggio (alle 17, era stata l’offerta rancorosa della Juve), perché la sera c’è l’Europa League. A quel punto a scendere in campo sono state Sky e Mediaset: la supersfida va giocata in notturna. E a quel punto giorno e orario sono stati fissati. Così come la gara con l’Atalanta, anticipata a sabato 26 novembre nello stesso giorno di Lazio-Juve.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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