Il caporedattore de “Il Mattino” Tony Iavaraone
“Per dire che è stata una brutta serata non c’è bisogno dei commenti del dopo, ci arrivano da soli i tifosi. Per definire la partita basterebbe un solo aggettivo: allucinante.Lo stress dei tanti impegni e della coperta (panchina) corta incide sensibilmente ed ha la sua parte di responsabilità in questa fine d’anno che vede la Mazzarri band steccare molte delle esibizioni in campionato. Il resto dei demeriti va diviso in parti non uguali tra allenatore, manovra e mattoni a disposizione. Il primo ci ha provato di più, la squadra è regolarmente calata, ma non crollata, nell’atteggiamento mentale, da qui gli errori e le omissioni. L’1-3 rappresenta il logico frutto di una partita in cui la paura di perdere, o addirittura di subire un gol, s’è rivelata più forte della voglia di vincere. E al ko subìto ad opera della Roma bisogna aggiungere le precedenti delusioni, prima tra tutte i numerosi inutili pareggi: occorreva riparare prima ai guasti di un organico che non avrebbe potuto garantire identici ritmi in campionato e Champions. Non tutto è compromesso, purché s’investa in qualità. Con questa altalena di rendimento ci si trova a fare i conti. Stavolta il risultato non può far passare in secondo piano le magre non tanto passeggere degli ultimi mesi.
La partita
Contro la Roma malissimo la difesa non coperta affatto dalla linea mediana. Più vivace l’attacco – nonostante un Cavani annebbiato -, prodotti più tiri in porta grazie a Lavezzi ed a uno Zuniga più libero d’infilarsi nei corridoi offensivi. Il colombiano dovrebbe insistere: è uno dei pochi che per risolutezza, stazza e velocità mette paura agli avversari, sicché – per quanto il suo tocco sia piuttosto ruvido – non deve avere la catena corta. Seri problemi, invece, a centrocampo. Qui una delle certezze, Inler, uomo di lotta e di governo, si sta, invece, scolorendo. Dopo anni di regia, guardandosi a distanza con un avversario delle stesse sue caratteristiche, non denota vocazione né passo da marcatore e spesso eccede nei lanci orizzontali.
Il mercato
Infine l’organico. Buone notizie provengono dal mercato: quella di Edu Vargas potrebbe essere un’operazione da Napoli d’altri tempi, ancorché recenti, quando cioè gli azzurri sono ritornati in serie A e furono messi a segno i colpi Lavezzi ed Hamsik. Certo, il cileno non possiede molta esperienza, ma tant’è; del resto ne erano sprovvisti anche Marek e il Pocho. Vargas è una seconda punta che salta l’uomo con facilità, ma cerca non il compagno, bensì un altro avversario da saltare. Tuttavia le sue potenzialità straordinarie – la crescita tecnica procede in parallelo al valore del cartellino: circa 11 milioni – potrebbero moltiplicarsi grazie alla prossimità ai tre «tenori». L’acquisto di Vargas e la sua energia vitale servirebbero a ravvivare l’ambiente-Napoli, a riaccendere l’orgoglio e la coscienza che non è ancora il tempo di accontentarsi, ma anzi, come sempre, si ricomincia. La Juve, il Milan e le altre restano al momento molto distanti, però l’acquisto annunciato potrebbe provare non tanto a sparigliare i piani alti della classifica quanto a bilanciare gli entusiasmi con le delusioni”.
La Redazione
P.S.
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