“Il Napoli avverte il campionato: non tanto con la campagna acquisti, giudicata competitiva (saldo negativo di circa 30 milioni, il che vuol dire che s’è speso), ma con la crescente attesa sulle potenzialità della squadra, indicata tra le papabili per lo scudetto. C’è poco da stupirsi: ieri terzo, oggi in rampa di lancio, domani chissà, la squadra viaggia sui binari di un meccanismo affascinante ancorché fragile che solo la guida ferma di Mazzarri può tenere in corsa e con la barra dritta. Ma perché il Napoli gode di buona stampa? Ciò che ha mutato la considerazione di taluni osservatori sono state le operazioni di mercato: in un quadro finanziariamente asfittico (pensate che l’opulenta Inter ha addirittura chiuso con un saldo attivo: + due milioni), i colpi messi a segno dal Napoli appaiono piccoli capolavori, fra tutti Inler e Pandev. Le due nuove pedine, probabilmente, non cambieranno d’incanto destino alla squadra, tuttavia promettono di rivelarsi utili nella strategia della formazione, pur se lascia perplessi la mancanza di un’alternativa a Cavani in zona-gol, essendo Pandev una seconda punta. Quest’ultimo merita una considerazione ed un quesito. Attaccante collaudato, sarebbe utilissimo da titolare, ma chi resterebbe fuori? Forse nessuno se l’allenatore riuscisse a far convivere Hamsik, Lavezzi, Cavani ed il macedone: magari arretrando Marek a centrocampo e abituando il trio d’attacco a ripiegare. Impresa più facile a dirsi che a compiersi.
Mercato asfittico
Insomma, il Napoli è anche figlio di un mercato al quale, in linea generale, difettavano la voglia e la possibilità di spendere. I pezzi pregiati, e più costosi, quelli inseguiti da Inter, Juve e compagnia bella (Sanchez, Pastore), sono andati all’estero. Un italiano (Pepito Rossi) d’oltre frontiera che rientrava tra i desideri di molte grandi – Napoli in prima fila – è rimasto dov’era. Un esito che fornisce la misura del ripiegamento del calcio italiano. Qualcuno che può entusiasmare i tifosi è però arrivato: la coppia Cissé-Klose, Pjanic, i tanti giovani della Roma, e quei baby dei quali si parla in termini lusinghieri (El Shaarawy e Tassi). Si registrano, poi, storici cambi di maglia: Pirlo e Vucinic. A parte il Milan che ha trovato i tasselli più adatti al proprio gioco, il denominatore comune consiste in una condizione fisica da verificare partita dopo partita.
I presidenti e lo stop
Si comincia tra venerdì e domenica, dopo lo stop forzato per via del contenzioso calciatori-presidenti. I più oltranzisti tra questi ultimi si sono dileguati in ordine sparso o hanno rivisto le proprie posizioni quando la vertenza ha preso un’altra piega. Sono volate anche parole grosse, qualche proprietario di club ha inscenato più show che fatti, tuttavia ormai il calcio è una grande compagnia di giro affidata ad impresari spesso scadenti. Insomma se non sarà il campionato più bello, visti certi esternatori, è già quello più folkloristico”.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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