Il commento di Tony Iavarone:
“Sono un tocco di Inler e una magia di Hamsik ad accompagnare il Napoli nella storia: a nulla serve la vittoria del Manchester City sul Bayern. La Mazzarri band ha raggiunto gli ottavi in un finale di partita che resterà per sempre palpitante nella memoria collettiva. Ma per una volta, non guardiamo il Napoli come se fosse solo quello che è, ovvero un grumo di cuore e carattere che scala la Champions con le armi che ha, e neppure la sintesi tra idea (il gioco), filosofia (il sacrificarsi) e talento.Più che dalle equazioni e dai teoremi il traguardo appena centrato discende, infatti, dalla voglia di esserci, di non mollare un centimetro di campo, anche quando le situazioni sono avverse. È l’algebra di coloro che sanno dare e chiedere il massimo a se stessi, magari senza poesia, ma con ciò che questi ragazzi posseggono dentro. Essi sostanziano la carne di un autentico miracolo, la ciccia sulle ossa di un’avventura vissuta con l’anima e nel fisico da tredici titolarissimi, che da anni regalano traguardi impensabili. L’impresa di Champions racconta più di mille aggettivi. Le cifre positive spiegano tutto, sono i tempi perfetti dello spartito di Mazzarri: coraggio, corsa e poi quell’insistere nel non farsi sopraffare ovvero la prova che il calcio si governa anche con intelligenza e grinta. Il Napoli è, forse, tra le squadra più «corte» d’Europa (36 metri in media), dunque la più raccolta e compatta. Ma la Mazzarri band è pure il team che percorre più chilometri in una partita rispetto agli avversari. L’incredibile matematica degli azzurri non è esclusiva emanazione dei singoli, ma il prodotto di un gruppo di lavoro. L’architetto nella costruzione di emozioni è Mazzarri: si cela anche la sua bonaria irruenza (sfociata nell’espulsione di ieri) dietro la storica impresa di una squadra motivatissima. Il suo Napoli non solo regge, ma continua a migliorare. Denota un agonismo che non si ravvisa più da tempo fra le squadre di vertice, più tre-quattro giocatori che si esprimono al meglio delle loro possibilità. Lavezzi anche in Europa è poco contenibile, rivela una semplicità di inserirsi che è ormai diventata decisiva. Maggio è l’ago della bilancia, è lui il difensore o l’attaccante in più. Il resto è una corda tesa che per nove undicesimi gioca sempre. Ecco perché da ieri tutti i ragazzi azzurri sono entrati nella fiaba giusta”.
La Redazione
P.S.
Tony Iavarone per “Il Mattino”
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