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Il Mattino – Tony Iavarone: “La Mazzarri band non teme più nessuno”

 È cambiato il Napoli, che tuttavia rimane nell’ottica del Mazzarri pensiero, ovvero energia tanta, fronzoli pochi. Un trequartista da mattonella qui è sempre stato un lusso, ma anche un rischio. Per essere precisi, più un rischio che un lusso. Un trequartista di movimento, altra faccenda. Inler più tre mediani (Hamsik nella notte di San Siro era quello mobile, inserimenti e copertura) hanno portato punti. La chiave di volta, però, resta Lavezzi. Con lui non esistono le sfumature, le mezze tinte. O ci sta o non ci sta, o si diverte o non si diverte. Che gli piaccia da matti lo dimostra la regolarità con cui spacca le difese avversarie, ma anche la generosità negli assist. In più, è un semplificatore di gioco. Con lui il Napoli cerca la verticalità, la manovra è meno aggirante, rinuncia alla geometria orizzontale. La resuscitata – almeno sino ad ieri – Inter se ne è dovuta accorgere suo malgrado: è durata mezz’ora la partita di Zanetti e compagni, il Napoli – e anche l’arbitro, il temerario Rocchi – l’hanno messa nei guai. Però c’è pure da aggiungere che la compagine nerazzurra, quando s’impegna a trovare il colpo difficile, diventa Penelope: quel che costruisce prima lo demolisce poi. Non è la prima volta e qui non vale il discorso degli errori altrui: esistono anche i meriti dei vincitori, che non solo non hanno mai mollato, ma hanno preso in pugno la partita e l’hanno trascinata con il piglio giusto sino alla fine.
Piace, questa squadra, perché non patisce complessi d’inferiorità (giusto) né di superiorità (giustissimo). Se la gioca a campo aperto, cercando d’interrompere la ragnatela del gioco interista e riuscendoci spesso. Con tali premesse, la differenza consisteva nel modo di attaccare. Il Napoli ha sempre ragionato e imposto un gioco rasoterra molto efficace, dove Maggio ha costituito un elastico tra centrocampo e zona gol. Diversa è anche la mentalità, neanche parente di quella dell’anno scorso, pallida, contratta, impaurita. In queste considerazioni è implicito il riconoscimento del lavoro, psicologico e tattico, compiuto da Mazzarri. Successo notevole, ed è vero che contro avversarie di forte caratura si rischia di più, ma si cresce di più. Ribadito il concetto e aspettando tempi più lunghi per capire dove questa compagine può arrivare, un sorriso così lampante (3-0) fa piacere, eccome.

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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