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Il Mattino – Tony Iavarone: “Gli altri giocano per gli azzurri ma…”

 “Solo pareggi e un ko: si archivia senza sussulti la quarta tornata della serie A. Soprattutto si avverte l’impressione che non si profili ancora, al vertice della classifica, una squadra che stia pedalando per la fuga. Juve e Udinese con 8 punti staccano tante altre – Napoli compreso – di una lunghezza. Bene per gli azzurri di Mazzari che non accada nulla, visto che si sono impaludati tra risultati minimi e condizione flebile; bene sì, ma sino a quando? Perché se il Napoli non si rimetterà in fretta a fare quello che gli riesce meglio non basterà più nemmeno che le sue dirette avversarie – come ieri – giochino per lui. Insomma, un campionato brutto e stanco come questo non durerà a lungo. Da qualche anno in Italia si gioca qualcosa che ricorda il calcio, soltanto più confuso, teso e povero di tecnica, che non vince né convince. Non si tratta, certo, d’una novità, ma parlarne può rivelarsi utile. I grandi strateghi, gli imbonitori occulti ci spacciano l’aggressività per coraggio, la broccaggine per generosità, la classe come un lusso insostenibile, la giocata risolutiva come una zavorra fastidiosa. In mezzo al guado è ora situato il Napoli: non che su di esso gravino le colpe dell’intero sistema calcistico nazionale, tuttavia la crisetta che sta attraversando appare significativa.
Andamento lento
La Mazzarri’s band nelle ultime due giornate ha collezionato appena un punto, ma nonostante il cammino mediocre, grazie agli altrui demeriti, resta appollaiata al secondo posto. Per uscire dall’impasse, occorre ritrovare subito la brillantezza fisica e mentale, unico carburante per questa compagine. Le difficoltà aumentano quando Lavezzi non gira al massimo. Senza di lui manca il fantasista che apra in dribbling i varchi e crei quindi la superiorità numerica a beneficio degli inserimenti di Cavani ed Hamsik. La monotonia ritmica ma troppo spesso inoffensiva con la quale la formazione partenopea scarica energia obbliga a puntare decisamente sulle corsie esterne. La chiave può essere Zuniga che sulla fascia fornisce maggiori garanzie quando gli avversari dilagano: ora però il colombiano, titolare sabato nella sfida con la Fiorentina.
La contromossa
Come Mazzarri rimodellerà la squadra? Nelle ultime dichiarazioni il tecnico sembra lanciare la palla oltre il recinto (campo pesante, stanchezza etc.), provvidi appigli per evitare la ricerca delle criticità. La sensazione invece è che, purtroppo, si sia smarrita l’umiltà, la sola virtù che consenta nel calcio di cercare soluzioni vincenti. Al momento, una delle poche certezze consiste nel gruppo dei cosiddetti titolarissimi che se è a regime – ovvero nella piena condizione soprattutto dei tre assi – offre soluzioni difficilmente prevedibili dall’avversario e un decoroso potenziale offensivo. Tuttavia, nell’a
ttesa, la sicurezza andrà rafforzata sistemando meglio la fase difensiva, a partire dal centrocampo”.

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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