“Per questo pari senza gol sorride solo Eddy Reja, che nel suo fortino assediato resiste, resiste, resiste. In chiave campionato la partita con la Lazio ha fornito soprattutto tre indicazioni: 1) la straordinaria difficoltà con cui il Napoli ha tentato di mettere sotto la difesa avversaria nella prima mezzora; 2) la ragguardevole facilità con cui gli stessi azzurri hanno messo in crisi gli avversari nella ripresa senza raccogliere frutti; 3) il poco che questa superiorità ha portato in chiave di realizzazioni. Tradotti in gioco questi sintomi portano a cause abbastanza chiare, soprattutto per il Napoli. La formazione schierata da Reja aveva troppe eccezionalità (senza klose e Dias, Cissè è ancora fuori dalla parte che deve recitare, etc.). Nel Napoli nonostante tutto è evidente la mano del tecnico, purtroppo i titolarissimi – tranne alcune eccezioni – ancora non sono nel pieno delle facoltà fisiche. La Mazzarri band, comunque gioca con più ordine e meno protagonismi individuali; Hamsik è un metronomo in mezzo al campo, la squadra combatte per non perdere equilibrio, vale a dire – dalla prospettiva del tecnico toscano – per non frapporre mai troppi metri tra un uomo e l’altro. C’è grande attenzione tattica, anche ai particolari. Si vede che i giocatori sono tutti presi dal piano tattico. Questo porta il Napoli a crescere ancora e ad essere probabilmente coerente di qui a poco col ruolo di team da battere. Ma allo stato attuale dipende troppo dai due centrocampisti alti e da Cavani, non ancora a proprio agio. Inler e Dzemaili devono essere i primi a coprire l’avversario quando quest’ultimo si trova in possesso di palla e sono quelli che devono imprimere ritmo al gioco d’attacco: obiettivo per il quale Gargano risulta altrettanto determinante. La qualità partenopea dipende da questi movimenti. Da simili dinamiche sono nate, nel recente passato, le prestazioni più convincenti. Ieri, invece, lo schema è parso ovvio quando i primi due centrocampisti, che dovrebbero rappresentare i muscoli e la mente, si sono eclissati. Ne ha risentito anche Lavezzi: che ha capito come muoversi nella difesa a tre – è stata la mossa a sorpresa di Reja – solo nel secondo tempo.
A ciò si aggiunga che, in occasione delle ripartenze, molti cross appetibili s’indirizzano verso il secondo palo, dove però manca sistematicamente un colpitore. La soluzione dovrebbe risiedere nella qualità dei centrocampisti, nella loro capacità di partecipare al moto continuo. Si colloca qui l’eterno problema del Napoli quando c’è da affrontare certe partite che non girano bene”.
La Redazione
P.S.
Tony Iavarone per “Il Mattino”
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