Ma questa squadra ha una grande anima e ha sfiorato l’impresa sul campo del Bayern, caricato dall’urlo degli ottomila tifosi arrivati da ogni angolo d’Europa. Il bomber, con due colpi di testa da centravanti, è stato un difensore argentino, Fernandez, soprannominato El Flaco, lo smilzo. Due gol studiati a tavolino, entrambi su punizione: prima quella di Lavezzi alla fine del primo tempo, dopo la tripletta di Gomez che aveva stordito gli azzurri; poi quella di Inler nell’ultimo quarto d’ora, quando la partita si è riaccesa, anche perché Napoli e Bayern erano rimasti in dieci (espulsi Zuniga e Badstuber). Il calcio è un romanzo appassionante, imprevedibile, unico. Fernandez, sostituto dello squalificato Cannavaro, era stato travolto dall’ondata-Gomez nel primo tempo. Poi ha riaperto la partita e così bravi sono stati lui e gli azzurri da far tremare il Bayern. Di più avrebbero potuto fare gli azzurri se non si fossero lasciati sopraffare nel primo tempo e se il contributo di Cavani non fosse stato limitato, anche perché il Matador ha agito largo a sinistra, lasciando a Lavezzi onere e oneri della prima punta. Certo, la prima sconfitta in Champions, dopo una vittoria e due pari, complica il piano-qualificazione, ma tutto sarà più chiaro il 22, dopo il match con il Manchester City a Fuorigrotta. Le statistiche sulle partenze fulminanti del Bayern sono state puntualmente rispettate.
Il Napoli ha retto poco più di un quarto d’ora, prima che Mario Gomez colpisse due volte in sei minuti. Il portierone azzurro era riuscito a ipnotizzare il bomber del Bayern due settimane fa parandone un rigore, però ieri sera niente ha potuto ed è crollato al primo vero affondo, a dimostrazione del differente e riconosciuto livello rispetto ai tedeschi. Al 17′ c’è stato un affondo centrale, Schweinsteiger ha ricevuto palla da Luiz Gustavo e ha aperto il corridoio per Gomez, che s’è facilmente liberato di Campagnaro e ha mirato l’angolo di De Sanctis. Poco dopo, al 26′, il raddoppio: ancora una volta impreparata la difesa, dalla sinistra Kroos ha offerto il pallone a Gomez che lo ha depositato con un tocco morbido alle spalle di De Sanctis. Il sospetto di fuorigioco è stato fugato dalle immagini tv. Purtroppo per il Napoli non s’era ancora spento l’incubo-Gomez. Ha colpito al 42′ approfittando dell’ennesimo buco della difesa sul lato sinistro, dove si è infilato Kroos: sul tiro respinto da De Sanctis si è avventato il bomber, non anticipato da Zuniga, e ha firmato la terza rete. Messi al tappeto, gli azzurri hanno avuto un sussulto alla fine del tempo con Fernandez, che ha colmato le carenze difensive con un bel gol di testa su punizione di Lavezzi, il più vivace nel primo tempo, arrivato a un passo dal gol dopo 10′, dopo un dribbling a Boateng. Mazzarri aveva apportato una variazione all’assetto dell’attacco, impiegando Lavezzi da prima punta e spostando Cavani, probabilmente con lo scopo di tenere basso Boateng. Però così il Matador si è raramente visto in area. Gli azzurri, gli unici ad aver segnato tre gol al Bayern in Champions (e Neuer ne aveva preso soltanto uno all’Allianz Arena in questa stagione), hanno cercato di riaprire la partita. Passato dalla camicia bianca portafortuna al giubbino antipioggia, Mazzarri, dopo l’uscita di Aronica per infortunio e l’ingresso di Dossena, ha riassestato la difesa spostando Zuniga a destra e schierando Campagnaro da centrale. Hamsik è uscito dal letargo e ha cercato di far ripartire la squadra, però non trovava spazi: il Bayern era un muro, con meccanismi così perfetti da rendere difficile l’impresa della rimonta. Il Napoli, generoso, ci provava fino alla fine con le ripartenze di Lavezzi. Perdeva Zuniga, espulso per due ammonizioni, però dopo poco sarebbe stato espulso anche Badstuber. E cancellata l’inferiorità numerica sarebbe arrivato il secondo gol di Fernandez, quel finale incandescente che riscaldava i cuori degli ottomila.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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