Il Mattino propone degli interventi di personaggi del mondo del calcio sulla vicenda “sciopero”, ecco quanto dichiarato:
«Uomo non di calcio alla guida delle società: questo è stato l’errore»
«Questo contratto è vecchio e completamente sbagliato. Non lo posso condividere».
Così De Laurentiis ha sintetizzato il suo pensiero sul mancato accordo con l’Assocalciatori in una intervista realizzata da Enrico Varriale trasmessa ieri sera durante la «Domenica Sportiva». «L’errore più grande è aver chiesto e pensato di affidare ad un uomo non di questo mondo (Beretta, ndr) la presidenza della Lega».
Un grave danno per il business dello sport»
«Lo sciopero della serie A? Dal mio punto di vista non è mai una cosa salutare, ci sono un paio di questioni in sospeso, ma penso che si troverà un accordo. Se si risolve in fretta le conseguenze non credo siano troppo gravi. Altrimenti, lo sciopero farebbe molti danni al business dello sport»,
dice Thomas DiBenedetto, neo presidente della Roma.
«Una situazione simile difficilmente potrebbe verificarsi».
«C’è stata malafede nei confronti dei calciatori»
Cellino, presidente del Cagliari, è uno dei due presidenti a votare per l’accordo con l’Assocalcia
«C’è stata malafede quando è stata messa sul tavolo anche la questione del contratto collettivo. E sull’eventuale tassa non ci sono dubbi da parte mia, spetta ai calciatori. Beretta non ci ha rappresentati adeguatamente come presidente della Lega e per questo motivo deve andare a casa».
«Così i presidenti hanno fatto riposare atleti molto stanchi»
Eugenio Fascetti, ex allenatore:
«È possibile che dietro a questo sciopero vi sia stata anche l’intenzione di alcune società di far riposare alcuni giocatori stanchi dopo gli impegni in Coppa America. E vi sono anche alcuni club che non hanno ancora completato i loro organici. Mi auguro come tutti gli uomini di sport che in tempi brevi questa situazione si possa definitivamente sbloccare».
«Basta con l’etichetta di ricchi viziati per i giocatori»
Sergio Campana, storico fondatore dell’Assocalciatori:
«Condivido al 100% l’azione decisa da Damiano Tommasi, che rispecchia in pieno la volontà dei calciatori. Mi indignano due cose. La prima è che, come nel 1996, una facile demagogia cerchi di far passare i calciatori come dei miliardari viziati. La seconda è che tanti tirino in ballo come presunte vittime i tifosi, che di solito sono assolutamente trascurati».
«Rispetto per tutti ma la situazione è incomprensibile»
«Lo sciopero è abbastanza incomprensibile, soprattutto se le motivazioni sono quelle che sono state comunicate, mi sembra davvero troppo poco. È chiaro che, parlando di accordi collettivi e di contratti, bisognava poi capire sul piano materiale cosa poteva comportare per i calciatori giocare senza un contratto che li garantisse»
dice l’ex campione Gianni Rivera.
«Purtroppo ha vinto nuovamente il dio denaro».
«Usare la forza significa non volersi confrontare»
Renzo Ulivieri, presidente dell’associazione allenatori:
«C’è molta amarezza per lo sciopero. Non si sono giocate le partite di serie A e non si riescono a comprendere bene il motivo e gli obiettivi di questa scelta. Siamo di fronte a qualcosa di grosso e di grossolano, perché quando si usa la forza vuol dire che non c’è la volontà di confrontarsi. Calcio antiquato? De Laurentiis ha ragione, ma ne deve parlarne con i suoi colleghi».
«Possibili trattenute sugli stipendi della Fiorentina»
Sandro Mencucci, amministratore delegato della Fiorentina, conferma che la Fiorentina valuta la trattenuta sugli stipendi dei calciatori:
«Non abbiamo ancora deciso perchè dobbiamo valutare a fondo la normativa, capire. Quel che è certo che per rispettare il diritto di sciopero abbiamo lasciato liberi i nostri giocatori per due giorni, perché sarebbe stata a nostro avviso una violazione di questo diritto».
«Siamo stati vittime di una serie di sottili ricatti»
Tommaso Ghirardi, presidente del Parma:
«Questo sciopero è stato una sconfitta per tutti, in particolare per l’Assocalciatori. Ogni volta che c’è un problema minacciano uno sciopero e questi sono ricatti sottili insopportabili. È giusto che come, tutti gli altri lavoratori, difendano i loro diritti, ma non devono però dimenticare di essere dei privilegiati. Stiamo dando, ogni giorno che passa, un’immagine negativa di questo mondo».
«Dai tornei stranieri una lezione di serietà per quello italiano»
Ilaria D’Amico, dopo aver condotto il faccia a faccia tra Beretta e Tommasi, ha osservato:
«Per fortuna c’è il calcio degli altri, ma è davvero assurdo essere rimasti senza serie A. Purtroppo anche questa volta la lezione ci viene dall’estero. In Inghilterra e Germania si gioca. Anche in Spagna alla fine hanno trovato un accordo ed è cominciata l’avventura dei grandi club, dal Real Madrid al Barcellona».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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