Anche le parole medicano e rafforzano. «Continuate a cercare sempre il gioco e la porta, avanti così», ha detto alla squadra quando ancora le urla dei tremila scatenati tifosi del Besiktas rimbombavano festose nel San Paolo. E oggi ripeterà le stesse cose, più o meno. Sarri non ha cambiato idea sul giorno di riposo. Non è sergente di ferro ed è contrario alle punizioni e ai lavori forzati: ieri doveva essere il giorno programmato di riposo. E così è stato per tutti. Ma è stato un giorno di riflessioni, di telefonate con gli uomini del suo staff per avere subito i dati della squadra, per capire le condizioni fisiche dei suoi uomini, per cominciare a studiare i prossimi avversari. È già pronto per oggi, ha già la testa a Crotone ed Empoli dove ci sarà spazio per Giaccherini e Diawara, dal primo minuto. E magari anche per Rog e Tonelli. Ci siamo, anche perché poi arriverà la Juventus. Parlerà alla squadra, oggi, come fa sempre. Ma quello che doveva e voleva dire lo ha già fatto.
Partirà Gabbiadini? Al momento, no. Ma nonostante i riflettori siano puntati tutti sugli errori della fase difensiva (occhio, non della difesa), il punto debole del Napoli è proprio là davanti. Sarri non deve recuperare il rapporto umano con Gabbiadini. La sua esclusione nell’undici anti-turchi ha sorpreso tutti nel Napoli ma tra il tecnico e l’allenatore non si è consumata nessuna frattura. Nel senso che è chiaro che Manolo non può amare un allenatore che non fa nulla per valorizzare le sue doti e, viceversa, Sarri non può amare un attaccante che non fa nulla per adattarsi a quello che gli chiede di fare. Ma Gabbiadini ha accettato da professionista la decisione dell’allenatore. Che, col senno del poi, è stata peraltro quella giusta. Lo riferisce l’edizione odierna de Il Mattino.
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