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Il Mattino – Pesaola racconta l’emozione Napoli «Questi magnifici 85 anni d’amore»

Il Petisso argentino è stato giocatore e allenatore azzurro: possiamo rivincere lo scudetto

Argentino dal cuore azzurro. «Arrivai in un giorno del’ 52, diventai calciatore del Napoli dopo la luna di miele con Ornella tra Capri e Positano”. Bruno Pesaola ha un anno in più del Napoli, ne ha compiuti 86 mercoledì. Sente sua la festa del club azzurro: 85 anni oggi. Superate le traversie fisiche, il mitico Petisso dal cappotto di cammello e dalla sigaretta sempre accesa racconta questa splendida storia. «Quella di un grande amore, tra la squadra e la sua gente».

Cosa ricorda del primo giorno a Napoli?

«Tutto, anche se è passato più di mezzo secolo. Scelsi Napoli come mia città d’adozione non a caso decisi di fare da queste parti il viaggio di nozze. Da avversario, anni prima, avevo colto il grande sentimento dei napoletani verso la squadra. Unico.Anzi,forse no:solo in Argentina sono così appassionati».

La fiamma è rimasta accesa anche negli anni più bui.

«La serie B, la serie C, il fallimento in tribunale. Per fortuna, è stata ritrovata la rotta con De Laurentiis: il Napoli è tornato ad essere squadra di rango internazionale. Lo merita la gente, che in questi 85 anni ha manifestato un sentimento sempre forte e sempre sincero verso la squadra. Ricordo il mio ultimo anno da allenatore del Napoli».

Stagione’82-’83, Pesaola arrivò in novembre per sostituire Giacomini e salvò la squadra nell’ultima giornata.

«C’era tutta la città con noi.Venivano in 80mila al San Paolo e in trasferta lo stadio era colorato per metà di azzurro.Immagini ch eti riempiono il cuore, la testimonianza di un grande affetto. In tutti quest ianni ho conosciuto tant itifosi che hanno fatto debiti per acquistare il biglietto e tifare per la squadra. Sul serio, non sono chiacchiere».

Chi è stato il miglior presidente del Napoli?

«Ferlaino ha vinto due scudetti: è nella storia. Lauro, il Comandante,ha altr igrandi meriti: prese la società quando rischiava il crac. DeLaurentiis? Ha fatto molto e speso tanto,passando dalla C alla Champions:ha tempo per fare tante altre cose importanti».

Il miglior allenatore?

«Parlo del presente,per non far torto e non dimenticare nessuno: c’è stato chi ha vinto e chi ha fatto vedere bel calcio. Mazzarri mi piace, ha personalità e idee chiare. Ha ottenuto risultati importanti e può confermarli. È stato opportuno dare continuità al suo lavoro».

Il miglior giocatore?

«C’è da chiederlo? Maradona è stato il capitano, il fenomeno, l’artista del Napoli. Il più bel regalo che i tifosi potessero ricevere, grazie a Diego hanno visto grande calcio e vittorie. L’ho conosciuto bene, mi è dispiaciuto non averlo potuto allenare».

E il più bravo di quelli che lei ha allenato?

«Tutti. Per un allenatore i giocatori sono come figli o almeno io così ho interpretato il rapporto. I calciatori sono ragazzi che danno soddisfazioni e problemi: fanno parte della tua vita».

A Napoli ci sono altri campioni sud americani, Cavani e Lavezzi.

«C’è un rapporto forte tra la nostra città e gli argentini, i brasiliani e i sud americani perché l’atmosfera è simile. I numeri di Lavezzi e Cavani sono straordinari: mi auguro che regalino a Napoli una grande gioia in tempi che sono sinceramente difficili ».

La gioia è lo scudetto, il terzo della storia.

«Anche negli anni ’60 e ’70 il Napoli aveva raggiunto alti livelli in classifica, ma la svolta c’è stata con Maradona. Mi sembra che quei tempi siano ritornati. Per costruire le vittorie serve un’accurata programmazione e una società solida e questa gestione è bene avviata: il terzo posto di un anno fa legittima i sogni e le ambizioni di arrivare ancor più su».

Pesaola, faccia un augurio al suo caro Napoli.

«Li faccio ai tifosi: auguri per altri anni di successi.E un ringraziamento: i napoletani mi hanno fatto sentire a casa da quel giorno del ’52, in tutta la mia vita li ho avuti sempre vicini».

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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