Alla fine il tedesco ha sbagliato un piattello del primo doppio di spareggio e si è dovuto accontentare dell’argento mentre l’azzurro si è messo l’oro al collo. «È un risultato che mi ripaga dei tanti sacrifici fatti e del duro lavoro svolto quotidianamente con Giampiero Malasomma, il mio allenatore, cui sono grato – commenta Giancarlo Tazza, vincitore dell’oro alle Universiadi nello skeet, iscritto alla facoltà di Ingegneria Civile di Aversa e tifosissimo del Napoli e fan di Cavani – ringrazio anche la Polizia che mi consente di allenarmi e dedico la medaglia alla donna più importante della mia vita, mia madre». Sale, così, a 11 il bottino di medaglie d’oro della spedizione italiana alle Universiadi cinesi, quasi il doppio delle sei conquistate nell’ultima edizione, a Belgrado nel 2009.Pechino ancora terra di conquista per i colori italiani, campani in particolare. Dopo aver vinto già nel 2008 la medaglia d’oro al campionato del mondo universitario nella capitale cinese, Tazza, ventitreenne casertano cresciuto nel vivaio dell’ex olimpionico Ennio Falco, più volte campione italiano, si è ripetuto, tre anni dopo, alle Universiadi conquistando il gradino più alto del podio nella specialità skeet men. Allo Shotgun Venue di Shenzhen, lo stesso campo di gioco dopo si sono svolti i Giochi olimpici del 2008, il campione campano ha piazzato colpi degni di un vero fenomeno: 124 piattelli colpiti sui 125 a disposizione, ad un passo dal record mondiale, che, sommati ai 23 collezionati nella serie decisiva, lo hanno portato a chiudere con 147/150. Al termine degli ultimi 25 piattelli, però, il tedesco Ralf Buchheim, medaglia di bronzo agli Europei del 2010 a Kazan, in Russia, aveva realizzato lo stesso punteggio; si procedeva, pertanto, ad uno shoof-off. Qui Tazza ha giocato il suo asso nella manica. Il casertano, infatti, è nato l’8/8/88 e, come è stato ricordato in occasione della cerimonia di apertura degli ultimi Giochi di Pechino, avvenuta l’8 agosto del 2008 alle ore 8.08, in Cina il numero 8 ha un significato particolare: nella mitologia cinese è il numero degli immortali.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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