È stata una partita a due facce per il Napoli. Partenza pessima, finale show. Sarri aveva visto sette video della Samp durante le vacanze natalizie, probabile che il suo avversario Giampaolo ne abbia esaminati molti di più. Ha studiato molto bene il Napoli e lo ha affrontato con coraggio. Squadra alta e aggressiva, sempre in pressione sugli azzurri. Quasi tutti sotto tono, anche quelli che erano stati i più brillanti in dicembre. Certo, vi sono state le attenuanti del campo ghiacciato – anche per i doriani – e della rivoluzione obbligata in difesa, con tre cambi su quattro a causa delle indisponibilità di Albiol, Ghoulam e Koulibaly. Ma la Samp ha sfruttato l’ennesimo errore della retroguardia – stavolta di Chiriches, recuperato in extremis – ed è passata su autorete di Hysaj. Cosa è accaduto al Napoli nel primo tempo? Non è riuscito a creare l’abituale mole di palle gol ed è stato fortemente impreciso. Dopo 8 reti in tre gare, ci si aspettava l’ennesimo acuto di Mertens, però il suo primo lampo è arrivato a metà ripresa. La squadra ha accusato l’aggressività della Sampdoria, che ha giocato con ordine e che è stata favorita da alcuni errori dell’arbitro Di Bello, che su un episodio in area (Callejon) e un altro fuori (Mertens) ha sorvolato, lasciando più di un dubbio. Ciò ha riguardato non un giocatore, o un reparto, ma l’intero Napoli.
Appannati nel primo tempo, gli azzurri hanno cercato di scuotersi appena è cominciata la ripresa. Hanno avuto anche l’indiretto aiuto di questo mediocre arbitro, che ha espulso per doppia ammonizione il difensore Silvestre anche se il secondo giallo è sembrato eccessivo: non c’era il fallo su Reina. Un colpo pesante per gli equilibri della Samp. Sarri ha azzardato, schierando un altro attaccante: Gabbiadini, in lista di sbarco, e non il neo acquisto Pavoletti, evidentemente non ancora ritenuto pronto. E Manolo ha fatto il suo dovere, segnando di ginocchio il gol del pareggio, come aveva fatto su rigore nell’ultima gara del 2016. Non era finita per il Napoli riaccesosi improvvisamente. All’ultimo respiro, com’era accaduto a Firenze, ha piazzato il colpo decisivo. Là un rigore firmato da Gabbiadini, stavolta la rete di Tonelli, proprio lui, il difensore che non aveva giocato un solo minuto e che si era sentito quasi corpo estraneo in questo gruppo. Spintosi avanti nell’arrembaggio finale, ha segnato da attaccante e ha regalato un successo prezioso nella volata Champions. La reazione è stata molto positiva ma fa riflettere quel primo tempo. Perché una squadra davvero grande non lo butta mai via.
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