Arek Milik e Piotr Zielinski, compagni nel Napoli, certo, ma sopratutto compagni in nazionale. Nel mirino due obiettivi: lo scudetto e il Mondiale, il tutto per coronare una stagione da sogno e probabilmente destinata a diventare indimenticabile.
Lo sanno i due giocatori che vivono due realtà esattamente opposte con la maglia della squadra di club e con quella della loro nazionale. Nel Napoli, infatti, ricoprono il ruolo di primo cambio, ovvero sono quelli che Maurizio Sarri inserisce a partita in corso quando c’è da cambiare qualcosa. Sono le riserve di lusso da utilizzare per sparigliare le carte quando le partite si mettono male, ma anche da schierare quando l’allenatore vuole dare un po’ di respiro ai suoi titolarissimi. In realtà sia Piotr che Arek avrebbero tutte le carte in regola per essere nella ristrettissima cerchia degli insostituibili, ma ricoprono un ruolo nel quale Sarri ha già a disposizione rispettivamente Hamsik e Mertens.
Se Zielinski era arrivato in azzurro con la consapevolezza di dover crescere alle spalle del capitano slovacco, le sorti di Milik si sono evolute – in negativo – dopo il suo primo infortunio al legamento del ginocchio. È da quel momento, infatti, che si è registrata l’esplosione di Dries Mertens nei nuovi panni di prima punta. Il secondo ko – quello arrivato a fine settembre di questa stagione – ha contribuito ulteriormente al rallentamento del suo inserimento, ma non per questo alla sua definitiva esclusione dalle rotazioni di Sarri. L’allenatore del Napoli, infatti, aveva piena fiducia nel bomber polacco, al punto tale da avergli affidato l’attacco della squadra nella delicata prima sfida del girone di Champions contro lo Shakhtar. Ora che è tornato, però, Milik deve riconquistare lo stato di forma ottimale per riprendersi un posto fisso nel tridente di Sarri.
Si presentano con un bottino personale di tutto rispetto, perché Zielinski ha già messo a referto 6 reti in 37 apparizioni stagioni con la maglia del Napoli. Praticamente il terzo centrocampista più impiegato da Sarri (dopo Allan, che le ha giocate tutte, e Hamsik). Ha segnato praticamente sempre (salvo in Coppa Italia), e lo ha fatto anche giocando in una posizione diversa rispetto al solito, ovvero da vice Insigne, esterno alto a sinistra nel tridente.
Sorte (e numeri) differenti per Arek Milik, che invece di reti ne ha fatte solo 2 (una in campionato e l’altra in Champions) in appena 7 presenze totali. Score non del tutto invidiabile per uno che di mestiere fa l’attaccante, ma gli infortuni gravi non lo hanno certamente aiutato a migliorare le sue prestazioni.
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