ROMA. Anche l’ultima mediazione è fallita. Lo sciopero (oppure lo slittamento della prima giornata di campionato di serie A) è servito. A nulla è valsa la proposta lanciata in extremis dal presidente Abete che riguardava l’accantonamento di un fondo interno alla federazione di 20 milioni di euro per il triennio 2011-2013, destinato unicamente a garantire la Lega di A di fronte ad eventuali contenziosi sul contributo di solidarietà. Il presidente Beretta nemmeno l’ha presa in considerazione – «La proposta di Abete non conta per noi» – e anzi ha rilanciato: «Se l’Aic non proclama lo sciopero, le squadre convocheranno i calciatori». Sarà accontentato in mattinata, quando la Figc – a meno di clamorosi colpi di scena notturni – certificherà con un comunicato il fallimento delle trattative e il conseguente rinvio della serie A. Nonostante il flop, la mediazione della Federazione ha avuto almeno il merito di far capire che il tanto declamato articolo 7 (quello dei fuorirosa) è da sempre un falso problema, preso dalle società come un pretesto per ottenere maggiori garanzie a livello economico.
Un no, quello della Lega di A, che oltre ad irritare Abete, dà molto fastidio anche al presidente del Coni, Petrucci, che proprio ieri si era incontrato con il numero uno della Figc, ricevendo garanzie sul fatto che il fondo di garanzia sarebbe arrivato esclusivamente da risorse interne, non incidendo così sui contributi alle altre componenti della federazione.
Proprio il Coni ha poi diffuso un comunicato in cui definisce «incomprensibile e insostenibile la situazione che si è creata», rimarcando come «il mondo dello sport, per definizione, è disponibile ad accettare convivenze e mediazioni ma respinge ricatti e prevaricazioni che non intimoriscono chi ha per legge l’autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive in Italia». Alla fine i più colpiti sono i tifosi, privati della loro passione, anche se i più arrabbiati, oltre a Coni e Figc, sembrano essere le tv a pagamento. A nulla è valso l’appello di Sky che si era augurata come la querelle potesse essere ricomposta in extremis.
Mentre in Spagna viene revocato lo sciopero della Liga, in Italia viene deciso lo stop che Tommasi (neo presidente dell’Assocalciatori) si è affrettato a definire «legittimo». Ha aggiunto l’ex centrocampista della Roma, due mesi fa diventato il successore dello storico fondatore dell’Aic, l’avvocato Sergio Campana: «Non so se si tratti di un attacco al presidente Abete, di sicuro c’è stata molta mancanza di rispetto verso la federazione». Il diretto interessato nega: «Un attacco a me? Non penso sia così e semmai lo fosse, il prezzo da pagare sarebbe troppo alto». Intanto è già costato lo slittamento della prima giornata di campionato. Oggi arriverà la comunicazione ufficiale della Federcalcio, si tratterà del secondo sciopero del calcio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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