Decano degli allenatori, è stato tra i maestri di Pep Guardiola, suo calciatore al Brescia nel 2001-2002. Carlo Mazzone ha anche guidato il Napoli in sole quattro partite nella stagione 1997-1998 («È il mio più grande rimpianto», dice).
Mazzone, la vittoria del Barcellona sul Napoli per 5-0 è l’ennesima prova di forza dei catalani?
«Senza dubbio, ma non credo che ci sia particolare demerito del Napoli. Semplicemente i catalani sono eccezionali. Gli azzurri forse hanno anche pagato la scarsa abitudine a giocare a certi livelli contro determinate squadre».
Se l’aspettava un Guardiola allenatore così bravo?
«Non sono così presuntuoso. Avevo un grande rapporto con lui, insieme con Baggio lo prendevamo in giro perché era taciturno, però in campo, da playmaker, si faceva sentire, guidava la squadra. È una persona eccezionale e un grandissimo allenatore».
Mazzarri deve preoccuparsi per la batosta del Camp Nou?
«No, assolutamente. Vi giro io una domanda: non è che a Napoli ci fosse un eccesso di entusiasmo? Se è così questa sconfitta può fare bene, può consentire ai giocatori di ritrovare la rabbia e la concentrazione un poco mancate in Spagna. Tuttavia non bisogna drammatizzare, il Barcellona è la squadra più forte del mondo. Bisogna dimenticare e fare tesoro di questa sconfitta, ritrovare l’umiltà giusta. Sono certo che Mazzarri farà rivedere la gara ai suoi ragazzi, per rubare qualcosa ai blaugrana».
Al di là della forza degli spagnoli, gli azzurri hanno mostrato dei limiti tecnici o di personalità?
«No, il Napoli ha pagato la differenza di esperienza ed anche di preparazione: a inizio stagione è difficile essere già in forma. Il Barcellona faceva correre la palla, gli azzurri invece correvano a vuoto. Se avessero concesso a Cavani quel gol, secondo me regolare, il Napoli avrebbe potuto uscire a testa alta dal Camp Nou».
L’infortunio di Britos e le lacune emerse devono essere colmate con il ricorso al mercato?
«Non entro nel merito, penso che l’organico sia competitivo. Il Napoli è forte, viene subito dopo le milanesi, è da terzo-quarto posto, poi pochi punti in più o in meno possono fare la differenza. L’importante è dimenticare in fretta questo ko, smaltirlo con intelligenza.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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