Ecco quanto dice Massimo Corcione, per “Il Mattino”:
“Altro che abbassare l’asticella, al Napoli occorre alzare la soglia d’attenzione. A volte, sempre più spesso, la concentrazione scende e le partite diventano ardue risalite. Succede quando di fronte non c’è una grande squadra, quando la sfida sembra possibile e l’avversario abbordabile. È successo a Genova, non deve accadere ancora se si inseguono obiettivi ambiziosi, assolutamente alla portata della forza che Mazzarri ha saputo costruire. Il Napoli non è solo Cavani-Hamsik-Lavezzi, i grandi traguardi fin qui raggiunti – gli ottavi di Champions League, la semifinale di coppa Italia – sono stati ottenuti grazie a un’organizzazione difensiva già diventata materia di studio per gli allenatori di mezza Europa. Lo schieramento a tre, che Mazzarri ha elevato a teoria da manuale del calcio, da qualche tempo provoca improvvise amnesie: non è questione di modulo, quello funziona, altrimenti non sarebbe imitato, ma appunto di concentrazione. Prendete domenica: passi per il primo gol di Palacio, un tiro da consegnare alla memoria collettiva, ma gli altri due gol l’altro Napoli (quello della Champions tanto per intenderci) non li avrebbe mai subiti. Escludendo l’ipotesi che dei calciatori siano bravi a giorni alterni, il problema può solo essere fisico o mentale. Mazzarri la sua analisi l’avrà già fatta e ha tutto il diritto di non renderla pubblica, ma i ripari si impongono per evitare disillusioni che nessuno dei tifosi vorrebbe vivere dopo un inizio di stagione che aveva indotto sogni di grandezza assoluta. Il doppio incontro con il Chelsea in Europa e con il Siena in coppa Italia rappresentano appuntamenti che assorbono ogni tipo di energia, ma il campionato non può diventare solo un utile torneo di allenamento e nulla più, magari riservando alle ultime grandi sfide l’occasione per mostrarsi ancora grandi. Conta vincere anche contro il Cesena. Ne va la considerazione europea che il Napoli ha conquistato sul campo con i risultati conseguiti nella scorsa stagione e legittimato quest’anno nelle coppe. . In questi casi, di solito, nel calcio si ricorre ai processi popolari: basta trovare un colpevole e gli altri si ritrovano con la coscienza pulita e la fedina immacolata. Ma sarebbe giustizia sommaria che non porrebbe rimedio a una situazione che resta comunque problematica. E ai problemi occorre trovare soluzioni, non alibi.Ecco perché Mazzarri torna centrale nel progetto Napoli: ha plasmato la squadra, ha trasformato onesti professionisti in aspiranti campioni che non hanno sfigurato accanto a chi dalla natura era stato dotato di classe originale. Chi avrebbe mai scommesso su Aronica protagonista assoluto in Champions, oppure su Campagnaro giudicato tra i primi tre nel suo ruolo in Italia? Per Cannavaro in nazionale era stata organizzata quasi una campagna elettorale. Non sono stati miracoli, quelli dell’allenatore, ma effetti di una preparazione e di un’applicazione scientifica di tattiche vincenti. Forse è giunto il tempo per un ripasso, è possibile che chi finora è stato soprattutto uditore abbia imparato la lezione e oggi riesca a interpretarla al meglio. Il professor Mazzarri non ha bisogno di lezioni, né di consigli: farà da solo, come sempre. E alzerà asticella dell’ambizione e soglia di concentrazione”.
La Redazione
P.S.
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