Mancini vede il Napoli e pensa alle sfide degli anni ’80, quando era la stella della Samp e tra i suoi estimatori c’era Diego Armando Maradona.
«Giorni belli quelli del mio passato da calciatore».
Oggi è l’allenatore del City e di Aguero, il genero di Diego. Oggi è tra i tecnici più invidiati dai suoi colleghi perché, al di là del ricco contratto (quasi cinque milioni a stagione), guida una squadra che vale 450 milioni e ha fuoriclasse assoluti, oltre a uno sceicco come presidente, a cui è stata dedicata una scritta all’Etihad Stadium («Thank you Sheik Mansour», con traduzione in arabo: il ringraziamento per aver reso grande un piccolo club).
«Abbiamo fatto cose importanti in Inghilterra e adesso vogliamo allargare i nostri orizzonti, arrivando al massimo anche in Europa. Il primo obiettivo è superare il girone di Champions e accedere agli ottavi di finale. Ma non è facile».
Rispetto al Napoli si concede un solo vantaggio.
«Il City ha giocato cinque partite, i nostri avversari una. E questo potrebbe avere un effetto».
Solo questo, senza pensare ai giocatori che compongono la sua rosa.
«Perché il Napoli ha fatto cose straordinarie nell’ultimo campionato, raggiungendo il terzo posto in Italia, e rafforzandosi sul mercato. Sarà una partita difficile anche perché è la prima del girone e si sa quanto sia complicato il debutto a prescindere dagli avversari e dalla situazione».
Mancini si considera «simile» a Mazzarri.
«È un collega esperto, ha ottenuto risultati importanti nella sua carriera, migliorandosi sempre di più. Anche per lui sarà una bella esperienza giocare in Champions. E sono convinto che il Napoli si farà valere, vorrà disputare qui una gara fantastica».
L’ultima apparizione del City in Champions risaliva al ’68. «Abbiamo l’orgoglio di avere costruito qualcosa di importante, dobbiamo fare in modo che divenga per noi la normalità giocare queste partite», la chiosa del Mancio. Scaricato dall’Inter nell’estate 2009 per far posto a Mourinho, è tornato a vincere con ilManchester City.
Capolista a punteggio pieno nella Premier, tenta l’assalto al trofeo europeo più prestigioso. «Nella mia squadra ci sono giocatori abituati a queste competizioni, però dobbiamo essere concentrati. Abbiamo ottenuto certi risultati proprio perché non ci siamo mai sentiti in partenza superiori agli avversari e perché abbiamo curato il gruppo». Ne fanno parte quattro attaccanti. Staseral’ex interista Mario Balotelli non c’è perché squalificato.
E Mancini mischia un po’ le carte sull’assetto della prima linea, che sarà composta alla solita maniera: tre mezzepunte a sostegno di Dzeko. C’è un ballottaggio argentino tra il Kun Aguero e Tevez.
«Che è un giocatore di grande qualità e di esperienza, in grado di segnare venti gol a stagione. Non si è espresso ancora al top perché è partito in ritardo rispetto ai compagni, ma sappiamo quanto vale».
L’allenatore ha altri piccoli dubbi.
E una certezza. «Non sarà facile contro il Napoli, proprio no». Però dallo sceicco Mansour ha ricevuto un messaggio chiaro: il proprietario dei Citizens vuole celebrare con una vittoria l’esordio in Champions League. Il Napoli è avvertito, stasera a Manchester troverà un avversario caricatisssimo sotto tutti i punti di vista.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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