Una macchina perfetta. Mazzarri ci sta ancora lavorando. «Ma dobbiamo ancora crescere, i primi venti minuti abbiamo atteso troppo e solo a sprazzi si è visto il vero Napoli», dice il tecnico toscano, il perfezionista. Il segreto di questo Napoli perfetto è lui: bravo a farsi seguire dal gruppo e a far metabolizzare al meglio la sua idea di gioco.
Il Napoli gioca a memoria, questa è la sue vera forza. Questo il segreto di Mazzarri. Ogni azzurro, a cominciare dai difensori, quando ha il pallone tra i piedi può contare sue o tre opzioni: quella facile, la media e la più difficile. E soprattutto quando un azzurro ha la palla tra i piedi ecco che i compagni si muovono subito per dettare il passaggio. Questa è la forza nella fase di possesso palla, movimenti a memoria che consentono di velocizzare il gioco e soprattutto di lanciare sulle fasce incursori irresistibili come Maggio e Dossena (o Zuniga). Cambi di gioco e ripartenze micidiale ad altissima velocità, questa la straordinaria prerogativa del Napoli. Uno dei segreti sta nella condizione, cioè nel preparatore atletico Pondrelli: raggiunto l’obiettivo di essere almeno al settanta per cento in occasione dell’esordio in campionato e in Champions League. Condizione che ovviamente è destinata a salire già nel corso del prossimo mese, decisivo per gli impegni ravvicinati in Italia e in Europa.
E poi quest’anno c’è anche Inler, calamita di palloni a centrocampo, che oltre alla giocata classica con l’apertura sugli esterni ha nel Dna la capacità di verticalizzare, di servire il passaggio in profondità con i tempi giusti. Diverse opzioni offensive e ovviamente un attaccante super come Cavani, un autentico lusso, capace sempre e comunque d’inventarsi qualcosa. Già, perché nel calcio di Mazzarri c’è spazio per la creatività dei tre tenori: Cavani, Hamsik e Lavezzi, pur tenendo presente il copione di squadra, possono dare spazio a tutta la loro fantasia negli ultimi20i metri.
Napoli forte nella fase di possesso e anche in quella di non possesso. Tutti danno una mano nel pressing a cominciare dai tre attaccanti, Cavani addirittura a volte insegue gli avversari fino alla linea dei difensori. Una squadra che si mantiene corta e solitamente cerca di tenersi piuttosto alta per catturare subito il pallone. Ecco perché Mazzarri si è arrabbiato per i venti minuti contro il Milan quando gli azzurri sono arretrati troppo, hanno atteso tutti nella propria metà campo l’iniziativa del Milan e il lungo fraseggio rossonero. Grande intensità atletica anche quando il pallone ce l’hanno gli avversari: la condizione fisica è sicuramente uno degli assoluti punti di forza del Napoli di Mazzarri. Ed ecco che il ritorno di Gargano in quest’ottica è pparso fondamantale. E’ lui il rubapalloni numero uno, quello che sta incollato a tutti gli avversari. E contro il Milan si è anche concesso una volata a tutto campo per l’assist del secondo gol di Cavani.
La fase difensiva è la prima base del gioco di Mazzarri. Per poter far male in attacco bisogna essere innanzitutto solidi in difesa. Prezioso è il contributo degli esterni Maggio e Dossena in questo tipo di lavoro, sono loro a scalare sulla linea dei difensori andando a coprire il lato debole. Ma per Mazzarri si può e si deve fare meglio.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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