Se «il Napoli deve imparare a vincere», secondo Sarri, deve anche dimostrare di saper perdere. Che non significa accettare la sconfitta, ma soprattutto assorbirne velocemente gli effetti, senza farsi intossicare le gambe e il cervello. Ieri mattina il Napoli ha ripreso ad allenarsi, a meno di 14 ore di distanza dalla fine della gara con l’Atalanta. Gli azzurri hanno dovuto riprendere il lavoro e preparare la semifinale di Coppa Italia con la Juventus con i depositi di uno sfregio bruciante: la fine dell’imbattibilità che durava da 14 partite in campionato. C’è una figura che gesticola al centro del gruppo nel campo numero uno di Castel Volturno, vero le 10 del mattino, e altre figurine che ascoltano perplesse. Il primo è Sarri, ovvio, gli altri sono i giocatori del Napoli. Quasi un girotondo. Poche sgrida, nessuno è in castigo. Sarri ha spiegato che l’Atalanta ha tolto solo tre punti e non ha saccheggiato certezze. Certo, è deluso. E pure tanto. Come lo sono tutti. Ed è consapevole che giocando come contro la squadra di Gasperini, il Napoli non farà molta strada. Ma ha anche esaltato la prestazione «da extraterrestre» degli orobici. Ha ragione. C’è un lato oscuro nella sconfitta di sabato sera, nell’eclissi (atletica e tattica) improvvisa degli azzurri. La prima missione di domani sera, contro la Juventus è questa: ritrovare subito le certezze perse con l’Atalanta, ma già scricchiolanti in alcune partite precedenti (come con il Palermo, per esempio). Nonostante ciò, Sarri, non eviterà il turnover. Vuole un Napoli che torni subito quello di sempre, come il motociclista che rimonta in sella dopo una caduta traumatica. Con più fame, però. Ma non per questo schiererà gli stessi uomini che hanno perso con l’Atalanta: perché sabato prossimo c’è la Roma e dopo il ritorno di Champions con il Real Madrid. Ed è impensabile che, per esempio, Insigne e Callejon le giochino tutte e quattro. Sarri ha preteso una reazione dalla squadra. E lo ha fatto alzando la voce. In questo la sconfitta potrebbe aiutare: potrebbe iniettare orgoglio nelle motivazioni, come la malattia che rafforza gli anticorpi. Problemi di motivazioni, domani sera, non ci saranno. Perché c’è il nemico di sempre, la Juventus. Sarà pure la Coppa Italia, ma questa sembra una specie di piccola Champions, visto il livello delle semifinaliste. Una gara lunga 180 minuti che vedrà probabilmente, molto probabilmente, l’addio al tridente leggero.
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