L’edizione odierna del quotidiano “Il Mattino” sottolinea il match perso dal Napoli ieri sera contro la Juventus visto dall’ex allenatore azzurro Maurizio Sarri, costretto ad osservarla da uno Sky Box dell’Allianz Stadium:
“Arriva per conto suo, pochi istanti dopo l’ingresso del bus della squadra. È con Gianni Picchioni e il figlio Nicolé alla guida, si infila nel garage e fila dritto nello spogliatoio dove ritrova la squadra. È in tuta, la divisa bianco e nera e una borsa a tracollo (la sua scorta di sigarette). Fino a mezzogiorno ha provato a far cambiare idea allo staff sanitario ma non è riuscito a rompere il veto dei medici che non hanno fatto passi indietro: «No, in panchina non può andare». Ci ha provato in ogni modo, e i grandi progressi di salute hanno spinto, però, i dottori a un parziale compresso: «Sì mister, segua il match da uno Sky box dello stadio».
E già tanto, visto quello che ha passato (ormai è davvero a un passo dalla totale guarigione). Ma a Sarri tutto questo mancava maledettamente: il clima, la vigilia, il rumore dei tacchetti dei calciatore. E poi lì, dall’altra parte, c’è un pezzo del suo passato. Non certo un passato qualsiasi: è il Napoli, la squadra per cui da piccolo si prendeva a botte nella scuola perché a Figline o erano tifosi viola o tifosi bianconeri. Va dritto nel ventre dello Stadium, evita foto. Si infila nella stanza a lui riservata e lì attende Ronaldo e soci.
Parla prima della partita, poche parole, come piace a lui. Perché prima di una gara non c’è bisogno di dire tanto. Ma aveva bisogno di sentire questo, Sarri. Tornare al clima della partita. Poi vola su, nello Sky-box e da qui inizia il suo tam-tam con Marco Ianni che riceve sms e li smista uno dietro l’altro a Martusciello. Al suo fianco, lassù, c’è solo il figlio. E nessun altro. Tutti i dirigenti sono giù.
La partita di Sarri è di un pathos incredibile e solo lui sa cosa è successo all’autogol di Koulibaly. Solo lui sa cosa ha pensato a vedere il senegalese regalargli un’altra vittoria. Al 90′ piomba giù a salutare De Ligt e a fare una doccia. Prima di andare via, evitando di incrociare giornalisti. Sempre con il figlio Nicolé che stavolta gli porta il borsone […]”
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