Quando la saudade è made in Campania.
«Mi pesano gli allenamenti, non riesco più a rendere al massimo e non voglio rubare soldi a nessuno: ho compreso di non riuscire più a stare lontano dalla mia famiglia. In Brasile ho i miei genitori, mio fratello e tanti cari amici che mi vogliono bene, ho già perso troppi attimi importanti per colpa del calcio e non voglio più rinunciare a loro».
Cesar Vinicio Cervo De Luca, 32 anni, più semplicemente Cesar ha detto basta. Il difensore della Juve Stabia ha spiazzato tutti, ha chiamato il presidente Manniello e gli ha detto più o meno così: tenetevi i vostri due anni di contratto e i 250 mila euro di ingaggio. Io me ne torno a casa.
Brasiliani e italiani, se non fratelli, sono quantomeno cugini. Con una differenza: loro hanno la saudade, intraducibile termine che evoca nostalgia, malinconia, struggimento. Da Ronaldo ad Adriano, da Ronaldinho e Edmundo, le cronache del calcio sono piene zeppe di fughe. Questa è senza ritorno annunciato. E in più Cesar, che è nato e cresciuto a Rio de Janeiro magari, dopo 10 anni in Italia, tra Catania, Chievo e Catania, sente anche la mancanza della spiaggia di Copacabana:
«Non sopporto più le pressioni e in queste condizioni psicologiche soffro gli allenamenti e i ritiri, Non posso dare il 100 per cento e io non voglio restar qui a rubare soldi. Il mio futuro? Difficilmente continuerò a giocare a calcio»,
ha spiegato ieri in una affollata conferenza stampa.
Giura che non tornerà nella Fluminense, campionato carioca, da dove ha iniziato la sua carriera. Non ne ha voglia né lì né altrove.
«Tornerei a giocare solo in una squadra dove non ci si allena tutti i giorni e non si sta in ritiro».
Il centrale brasiliano, ormai un ex giocatore, trova il sostegno del patron di Franco Manniello che ha firmato la risoluzione consensuale del contratto.
«Che dire, lui sì che è un grande uomo. Non potevo convincerlo a cambiare idea, mi dispiace che vada via. No, non prenderemo altri giocatori anche perché non ce ne sono di spessore come lui».
Infine il numero uno del club giallobù torna a parlare della fuga – autentica – di Savio Nsereko, l’attaccante originario di Kampala, Uganda, prestato dalla Fiorentina:
«Di lui non mi importa nulla, non merita di restare alla Juve Stabia. Che fine ha fatto? Non lo so, neppure la mamma dice di saperlo. Ma sinceramente non mi importa nulla: noi stamane abbiamo denunciato la sua sparizione alla polizia»
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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